Francesco Molmenti (Pavia-Cremona)
La ‘specie comune di quarta’ nella teoria e nella pratica compositiva di Tinctoris

Dopo una fase di stallo, dovuta principalmente ad alcuni scritti di H. Powers, si ritorna ultimamente a considerare l’attribuzione modale della musica polifonica, non come etichetta da imporre a una determinata composizione per fini classificatori, ma piuttosto come esito di un percorso ermeneutico, che vuole dare spiegazione di processi compositivi legati alla gestione dello spazio sonoro. In quest’ottica, lo studio delle Messe composte da J. Tinctoris è particolarmente interessante se messo in relazione con la sua produzione teorica.
La nostra relazione si aprirà cercando di restituire la meritata centralità a un elemento della teoria modale monodica di Tinctoris troppo spesso ignorato o sottostimato nella ricezione della teoria modale pseudo-classica: la cosiddetta ‘specie comune di quarta’. Già nel Lucidarium, Marchetto da Padova distingue molto chiaramente la specie di quarta inferius («que incipitur ubi tonus terminare debet descendens infra») da quella communis («que incipitur in eodem spacio vel linea ubi tonus ille terminare debet») e sostiene chiaramente come la presenza della seconda indichi il modo plagale, anche qualora l’ambitus non si estenda al di sotto della finalis. Tinctoris enfatizza ancor più questo elemento, dedicandogli capitoli specifici e proponendo numerosi esempi musicali che risulterebbero incomprensibili se slegati da tali formulazioni.
La relazione prosegue indagando dunque quale peso possa avere questo elemento nella gestione dello spazio sonoro della musica polifonica. La specie di quarta in questione ha come suoi estremi la finalis e il IV grado sopra di essa: l’ipotesi è che nell’amplificazione polifonica il IV grado possa divenire luogo cadenzale e finalis transitoria di commistioni modali. Così accade nella Missa sine nomine I la cui attribuzione plagale è confermata, oltre che dagli elementi tradizionali (finalis e ambitus del Tenor) anche da un riferimento teorico dello stesso Tinctoris (Missa secundi toni irregularis cum contratenore extra manum in diapenthe sub ut). Di contro, le due Messe di modo autentico non presentano cadenze al IV grado né commistioni modali fondate su di esso. Si concluderà l’intervento discutendo brevemente la più complessa attribuzione della Missa l’homme armé: pur traendo origine da un cantus prius factus di ambitus autentico, la Messa presenta un Tenor d’àmbito plagale e le previste commistioni e cadenze al IV grado. Lo spunto per la composizione di un brano con siffatte caratteristiche modali è da ricercarsi con ogni probabilità nell’interpretazione che Tinctoris dà dell’homme armé, melodia d’àmbito autentico, ma che presenta in exordium l’ormai nota ‘specie comune di quarta’.