Giulia Giovani (Roma)
Alessandro Stradella tra Roma e Venezia: nuovi documenti e nuove musiche

Presso la Fondazione Giorgio Cini di Venezia è custodito un manoscritto inedito di cantate e arie attribuite ad Alessandro Stradella (1639-1682). Il testimone, di fattura veneziana, reca l’attribuzione al compositore di Nepi sul dorso, sul frontespizio e su una carta interna ed è concepito quasi integralmente per voce di soprano e basso continuo. Delle ventitré cantate e arie che il manoscritto contiene, sedici sono note in più fonti stradelliane (A-Wn, B-Bc, D-MÜs, D-Mbs, DK-Kk, GB-Cfm, GB-Lbl, GB-Ob, I-Bc, I-Fc, I-MOe, I-Nc, I-Tp, I-Vnm, F-Pn); particolarmente rilevante è la presenza di sei cantate finora sconosciute (Sotto l’ombra d’un aureo diadema, La prudenza è vanità, Su quel candido foglio, Come in Ciel dell’aureo crine, Bella rosa nel cui stelo, Vanne foglio amoroso) e di una cantata (Affligetemi pur, memorie amare) attribuita a Giuseppe De Santisin un manoscritto della Biblioteca Apostolica Vaticana. Il manoscritto, oltre a incrementare di sette titoli il catalogo del compositore, è una fonte rilevante vista la scarsità di musiche di Alessandro Stradella riconducibili all’ambiente veneziano.
Durante l’intervento sarà illustrata la fattura e il contenuto del manoscritto, con particolare attenzione per le cantate finora ignote e le loro caratteristiche formali e stilistiche. L’analisi del manoscritto non impedirà di approfondire le questioni relative al breve periodo trascorso da Alessandro Stradella a Venezia (gennaio-giugno 1677) grazie a nuove evidenze documentarie che permetteranno di far luce sui primi contatti tra il compositore e Polo Michiel, suo principale mecenate veneziano. Tali documenti, noti alla comunità scientifica ma mai posti in relazione con Stradella, consentiranno di apprendere come alcune attività romane del compositore fossero in stretto legame con la committenza veneziana. I documenti, inoltre, porteranno a prendere in considerazione altri due manoscritti stradelliani di musica vocale profana (l’inedito US-CAe, MUS 816.12.665 e il ms I-Bc, V.41), accomunati dalla fattura veneta e dal legame più o meno marcato con l’ambiente musicale romano.