José María Domínguez (La Rioja)
«Una voce poco fa»: strategie di selezione dei cantanti per il Teatro Real di Madrid ca. 1890 

Il conte di Michelena fu impresario del Teatro Real di Madrid tra il 1885 ed il 1894, in un periodo difficile per quel teatro, che passava da una fase di splendore ad una  di declino. La sua gerenza finì, infatti, quando il fallimento dell’impresa lo obbligò a rinunciare all’incarico. Anche se il Real è stato al centro del dibattito sull’opera nazionale spagnola (propugnato tra gli altri dal critico Peña y Goñi), e malgrado gli studi di Subirá e Turina Gómez, aspetti quali la strategia di selezione dei cantanti ed il gusto del pubblico sono stati trascurati dalla storiografia. L’archivio privato di Michelena custodisce una ricca documentazione di tipo amministrativo e personale, tra cui spiccano i carteggi con i cantanti coinvolti nel Teatro. Lo scopo di questa relazione è presentare una descrizione generale di questo fondo, finora pressocché sconosciuto, illustrando in particolare la documentazione relativa a cantanti attivi nel circuito operistico italiano. Hariclea Darclée, Teresa Arkel, Emilio De Marchi, Delfino Menotti, Maria Giudice e Elena Theodorini sono alcuni dei cantanti i cui contratti si conservano presso l’archivio Michelena.
A riprova del potenziale di questo fondo, la relazione s’incentrerà su di un documento di particolare valore storico sia per la conoscenza del gusto del pubblico del Real sia per quella delle voci attive nel nord d’Italia verso il 1890. Un agente di Michelena, di cognome Alberich, viaggiò nel maggio di quell’anno a Firenze e Milano allo scopo di selezionare cantanti da scritturare nella stagione seguente a Madrid. Una sua lettera, indirizzata a Michelena, commenta dettagliatamente le qualità vocali ed attoriali di Sigrid Arnoldson, Aurelia Cataneo, Michele Mariacher, Arturo Pessina e Giulia Novelli che l’agente poté ascoltare nei teatri Niccolini, Manzoni e Dal Verme. I suoi commenti sono ancora più interessanti perché giudicano i cantanti rispetto al gusto del pubblico madrileno. La lettera offre infine un perfetto contrappunto alla critica di tono generalmente elogiativo della stampa italiana. Nel contrapporre il punto di vista di Alberich a quello di critici quali Girolamo Alessandro Biaggi, la relazione cercherà infine di illuminare due diversi approcci al teatro d’opera: quello intellettuale della critica e quello commerciale dell’impresario teatrale, interessato non soltanto alla voce dei cantanti.