Paolo Cecchi (Bologna)
Il Teatro Novissimo e la prima opera veneziana: alcune riconsiderazioni sulla genesi e le vicende di un esperimento artistico-spettacolare

Il mio contributo sarà dedicato ad un riesame delle questioni della fondazione del Teatro Novissimo (1641-1646/47), della sua effettiva proprietà, delle modalità del finanziamento della costosissima attività artistica, e del ruolo che il teatro ebbe nell’ambito sistema operistico veneziano nei primi anni della sua formazione. Grazie alle ricerche di Lorenzo Bianconi e Thomas Walker, e poi alle ulteriori, meticolose indagini dei coniugi Glixon, sono oggi note una serie di fonti documentarie relative alla gestione del teatro, ai problemi economici che ne segnarono dopo qualche anno la chiusura, e ad una schiera personaggi nobili e cittadini che a diverso titolo furono coinvolti nel patrocinio, nel finanziamento e nella gestione artistica della sala. Ma nonostante la dovizia delle fonti note, il quadro generale e il ruolo dei singoli attori nella gestione dell’ambizioso progetto estetico-spettacolare, e finanche ideologico, legato alla fondazione del Novissimo, appaiono ancora opachi e sfuggenti. Nel mio contributo presenterò una serie di riconsiderazioni riguardanti le questioni più sopra ricordate, frutto soprattutto di un riesame di alcune lettere (tra cui due inedite di Francesco Sacrati), di una serie di atti notarili e di incartamenti giudiziari (oggi conservati presso l’Archivio di Stato di Venezia) relativi al groviglio di contenziosi generati dai debiti di gestione che fin dall’inizio funestarono l’attività del Novissimo. In particolare verrà riesaminato il ruolo che tre nobiluomini, Geronimo Lando, Alvise Michiele e Giacomo Badoer (Badoaro), e il letterato Incognito Maiolino Bisaccioni, ebbero nella fondazione e nell’attività artistica e produttiva del teatro. In particolare verrà evidenziata la centralità della figura del Lando, personaggio di primo piano dell’élite politica veneziana, che poteva contare su una cerchia sodali aristocratici e su relazioni di parentela assai autorevoli ed influenti. Verranno anche presi in esame una serie di scambi e di relazioni che intercorsero tra il teatro dei SS. Giovanni e Paolo e il Novissimo, anche alla luce del fatto che il Lando era cognato di Giovanni Grimani, proprietario del teatro di Calle della Testa. Infine verranno segnalate una serie di rapporti, diretti o indiretti, che all’inizio degli anni ’40 lo stesso Lando ebbe con alcuni letterati e librettisti appartenenti all’Accademia degli Incogniti o vicini a quel consesso, quali Maiolino Bisaccioni, Michelangelo Torcigliani, Nicolò Enea Bartolini, Scipione Errico, Giacomo Badoer e Luigi Manzini.