in collaborazione col
Dipartimento delle Arti Alma Mater Studiorum — Università di Bologna
Ventitreesimo Colloquio di Musicologia
del «Saggiatore musicale»
Abstracts
MARIA CRISTINA PACIELLO (Roma)
«… ma da chi siano stati rivisti e corretti io non lo so»: le testimonianze contro Iginio Pierluigi da Palestrina
A partire da testimonianze inedite, l’intervento ricostruisce l’intricata querelle giudiziaria che oppose Iginio Pierluigi, erede di Giovanni Pierluigi da Palestrina, agli stampatori Leonardo Parasoli e Fulgenzio Valesio.
Le fasi che portarono all’istruzione della causa per frode partono da lontano: nel 1568 Pio V Ghislieri portò a conclusione – con relativa pubblicazione – la riforma dei testi del breviario e del messale. Ciò richiedeva però anche la contestuale revisione dei canti fermi che li accompagnavano, e fu Gregorio XIII Boncompagni, nel 1578, ad incaricare di tale incombenza Giovanni Pierluigi e Annibale Zoilo. Ma i lavori di aggiornamento non furono coronati da alcuna edizione. Nel 1593 Clemente VIII Aldobrandini concesse a Parasoli e Valesio il privilegio di stampa di quegli stessi canti rivisti da Zoilo e Palestrina. Quest’ultimo cedette ai due imprenditori le revisioni effettuate, ma la sua improvvisa morte nel febbraio del 1594 fece sì che la gestione degli accordi editoriali passasse nelle mani di Iginio. A vigilare sulla correttezza musicale dell’intera operazione furono altri tre musicisti – Giovan Maria Nanino, Giovan Andrea Dragoni e Luca Marenzio, in seguito sostituito da Giovanni Troiani –, nominati periti dalla Congregazione dei Riti, senza la cui approvazione era impossibile procedere alla pubblicazione. Iginio, secondo l’accusa di frode intentata contro di lui dai citati editori e basata sulle osservazioni tecniche dei tre musicisti periti, avrebbe spacciato per palestriniane tutte le correzioni apportate a tutti i canti fermi consegnati agli editori, sebbene non fosse proprio così.
La vicenda ha come sfondo il più ampio panorama dell’affermazione del ruolo centrale della Chiesa di Roma nella sua opera evangelizzatrice.