Angela Bellia (Bologna-Ravenna)
La musica e l’infanzia nel mondo antico: fonti scritte e documentazione archeologica 

Numerose testimonianze scritte e archeologiche documentano l’importanza della musica nella sfera dell’infanzia nel mondo antico. Le fonti scritte greche e latine mettono in evidenza che, sin dai primi anni, i bambini entravano a contatto con il suono attraverso particolari oggetti adatti a produrre ‘rumore’, che consentivano ai fanciulli la prima interazione musicale e sociale con il mondo circostante.
Se da un lato questi strumenti avevano un ruolo ludico e di primo apprendimento della musica, dall’altro non va trascurato che alla sonorità venisse attribuito il potere di propiziare la protezione dei fanciulli. A questo proposito risultano interessanti i numerosi rinvenimenti nelle sepolture di infanti di oggetti sonori in bronzo, metallo considerato puro e in grado di allontanare gli influssi negativi, e di crotali e di sonagli di diverse forme e materiali, appropriati alle mani inesperte dei bambini piccoli. Come gli oggetti propri delle tombe di fanciulli, anche i giocattoli sonori non solo presuppongono comprensibili spinte di carattere affettivo, ma esprimono pure il desiderio dei superstiti di ‘compensare’ il giovane defunto per l’infelice sorte e il conseguente non inserimento nel mondo degli adulti.