in collaborazione col 
Dipartimento delle Arti Alma Mater Studiorum — Università di Bologna  

Ventitreesimo Colloquio di Musicologia
del «Saggiatore musicale»

Abstracts

 

ANTONELLA COPPI  (Bolzano),
STEFANO CUCCI  (Frosinone)
Sincretismo linguistico in Morricone: riflessioni per una conciliazione di generi

Ennio Morricone rappresenta un unicum nel panorama della musica italiana del ’900 e di questo scorcio di secolo nuovo.
Il presente contributo intende portare una riflessione intorno a quei motivi che ne giustificano un approfondimento musicologico relativamente a quella produzione colta, che meglio sarebbe definire assoluta.
Gli autori, attraverso alcuni esempi musicali provenienti dalla produzione vocale e strumentale, pongono in evidenza quegli aspetti legati alla coerenza di scrittura del compositore, che risulta ben visibile in tutto il corpus delle opere del primo periodo e di quello intermedio, erede delle suggestioni darmstadtiane e in linea con lo sperimentalismo contemporaneo.
Ma il dato forse più interessante, oltre a una evidente presa di coscienza della funzione comunicativa della composizione musicale (non sempre rintracciabile in autori coevi e rappresentativi) è l’abilità del compositore nel rendere sincretici i linguaggi, abbattendo i confini di genere e costruendo una fitta rete di interrelazioni tra elementi costitutivi delle forme di musica applicata e quelli di lavori destinati alle sale da concerto.
Lavorando con un sempre vigile atteggiamento speculativo sui materiali di costruzione, Morricone crea un suo mondo di simboli e di archetipi che, lungi dal divenire rifugio teoretico, cerca di riportare la composizione in territori accessibili ai veri destinatari del suo operato: gli ascoltatori.
Nella lunga parabola del suo percorso artistico che, quasi senza interruzioni, copre oltre 60 anni, è perfettamente riconoscibile la semplificazione della scrittura, che rivela una costante complessità di architetture. La sua capacità di semantizzare quelli che in musica si considerano puri valori formali e la disinvolta coesistenza dei contrari (rigore costruttivo ed espressività, sperimentalismo e volontà comunicativa, astrazione e contenuto), rendono Morricone un punto di riferimento per le nuove generazioni di compositori.