in collaborazione col
Dipartimento delle Arti Alma Mater Studiorum — Università di Bologna 

Diciannovesimo Incontro
dei Dottorati di Ricerca in Discipline musicali

sabato 23 giugno 2015, ore 10,15—13 e 14,45—17,45
Laboratori delle Arti
Bologna, piazzetta P. P. Pasolini 5b (via Azzo Gardino 65)

 

Abstracts

Giacomo Sciommeri (Roma Tor Vergata)
Il mito classico nella cantata romana del tardo barocco: primi accertamenti

In una cultura profondamente simbolica com’è quella dell’età barocca, il mito classico ha assunto un ruolo di spicco in tutte le manifestazioni artistiche, dalla letteratura alle arti figurative. In musica, la tradizione mitologica e la cultura classica sono state determinanti nelle riflessioni degli intellettuali che hanno portato alle prime esperienze melodrammatiche, dagli intermedi di fine Cinquecento alle prime opere interamente cantate, come La Dafne (1598) e L’Euridice (1600) di Ottavio Rinuccini e Jacopo Peri. Il crescente interesse che negli ultimi anni la musicologia ha riservato al genere della cantata da camera italiana ha permesso di recuperare anche una vasta messe di testi poetici cantatistici interamente dedicati a episodi tratti dalla mitologia classica. Oltre a consentire una rivalutazione in chiave prettamente letteraria di questo genere poetico-musicale, essi permettono di comprendere meglio talune dinamiche legate al rapporto tra gli autori dei testi, i compositori e i committenti che patrocinavano o cui erano destinate le composizioni, tramite significati allegorici non sempre immediatamente comprensibili ai giorni nostri. Nella relazione si espongono i primi risultati di una ricerca condotta sulle cantate da camera di argomento mitologico. Dopo una panoramica sui diversi livelli di recezione del mito classico nel genere della cantata e sulle principali fonti letterarie da cui hanno attinto gli autori dei testi poetici (letteratura classica oppure coeva), si esamina il contesto romano tardobarocco, in particolare la produzione del più prolifico compositore di cantate da camera, Alessandro Scarlatti.