Ventunesimo Colloquio di Musicologia
del «Saggiatore musicale»

Bologna, 17-19 novembre 2017

 

Abstracts

Giorgio Monari (Roma)
Fortuna o fortune di “Can vei la lauzeta mover” (sec. XII)

Can vei la lauzeta mover è forse la canzone trobadorica occitanica più citata e diffusa nella bibliografia moderna, attribuita unanimamente a uno dei più noti poeti della prima età volgare, Bernart de Ventadorn, la cui attività fiorì nel terzo quarto del secolo XII (nella generazione dei vari Peire d’Alvernhe, Guiraut de Bornelh, Bertran de Born ecc.), dopo l’avvio della tradizione nella prima metà del secolo grazie al Conte di Peitieu, Jaufré Rudel e Marcabru. Si situa quindi ben prima della grande diaspora trobadorica dell’inizio del secolo successivo e della compilazione dei più antichi canzonieri trobadorici pervenuti a partire dalla metà del Duecento. Il repertorio di Bernart è ben rappresentato all’interno del corpus trobadorico con una quarantina di liriche, per la metà delle quali abbiamo la melodia: un numero ed una percentuale elevati rispetto alla maggioranza degli altri casi. All’interno dal repertorio delle fonti di Bernart, Can vei la lauzeta mover è contenuta in un alto numero di testimoni letterari e musicali. Si è perciò parlato di una speciale fortuna per questa canzone, generalmente pensata come un’unità inscindibile di testo e melodia. La diversa distribuzione delle testimonianze letterarie e di quelle musicali in aree geografiche distinte obbliga però a ipotizzare una declinazione plurale di tale fortuna, svincolando, in un certo senso, la fortuna della melodia da quella della canzone nel suo insieme. Le fonti musicali, quasi tutte di area francese – e ciò non desta stupore –, corrispondono infatti tutte ad altri testi letterari in latino e in francese, piuttosto alti a livello cronologico. D’altra parte, l’Italia, che abbonda quanto a fonti letterarie, è povera di fonti musicali, per motivi già ampiamente studiati e discussi. Alla luce di queste osservazioni, sembrerebbe importante non solo soffermarsi sulla generica e singolare ‘fortuna’ della canzone ma anche esaminare i diversi percorsi di strofe e melodia per comprendere se questi siano dovuti a semplici contingenze geografico-culturali o rinviino di fatto a diverse e molteplici ‘fortune’.