Ventunesimo Colloquio di Musicologia
del «Saggiatore musicale»

Bologna, 17-19 novembre 2017

 

Abstracts

Simona Frasca (Napoli)
Mixed by Erry: un modello di diffusione musicale attraverso la pirateria discografica 

Il mio intervento ha come quadro di riferimento la questione della produzione e della diffusione della musica nei contesti urbani come espressione di un’industria culturale alternativa (PINE 2013), e nello specifico affronta l’impatto socio-culturale della musicassetta di produzione domestica/artigianale illegale (MANUEL 1991). L’intervento prende spunto dai miei precedenti studi relativi ai modelli di produzione e distribuzione della musica commerciale urbana in dialetto durante gli anni dell’emigrazione italiana postunitaria. Tali modelli, sorti in maniera spontanea, hanno consentito il radicarsi di modalità commerciali, ma anche stilistiche, estetiche e culturali specifiche e di lunga durata.

Il caso di studio qui affrontato è quello di Mixed by Erry, un gruppo di produttori e distributori di musica popular (e non solo) nazionale e internazionale che nei primi anni Ottanta del ’900 ha condotto la propria attività attraverso un modello imprenditoriale totalmente illegale. L’azienda, dietro al cui nome si nasconde quello dei fondatori, i fratelli Frattasio, ha creato un modello di diffusione musicale sul quale vale la pena soffermarsi perché esso ha contribuito a incoraggiare e indirizzare il gusto e i consumi musicali di generazioni di ascoltatori in tutta Italia e nelle comunità di italiani all’estero. Attivi fino al 1997, i fratelli Frattasio all’apice della loro carriera hanno venduto in media 40.000 cassette musicali al giorno, hanno dato lavoro a circa cento persone senza alcuna garanzia contrattuale, non hanno mai pagato tasse e in compenso hanno accumulato enormi ricchezze con un’attività che si diffuse perfino in Europa orientale e in Cina. Produttori e creatori di una specifica estetica musicale, la famiglia Frattasio identificava la sua accettazione sociale in alternativa all’economia tradizionale e veniva riconosciuta come benefattrice, perché forniva lavoro, buon trattamento economico e assistenza legale e sanitaria agli individui che ne facevano parte e alle loro famiglie. 

Nella mia personale visione delle cose, la storia di MbE costituisce un modello metanarrativo (PISTRICK 2015), ovvero un esempio di "scrittura di vita" che cattura i rapporti tra l’individuo e la comunità, tra il pubblico locale e quello nazionale, tra il palcoscenico e l’intimità del singolo ascoltatore.

Scopo della mia relazione è stato quindi quello di analizzare, attraverso il caso esaminato, gli effetti di un particolare supporto tecnologico, la musicassetta, sulla produzione e sulla diffusione della musica riprodotta a Napoli a partire dagli anni Ottanta; di individuare i termini del linguaggio musicale inteso come strumento duttile e di efficace comunicazione intersociale all’interno del contesto socio-culturale preso in esame; infine di contribuire alla conoscenza dei processi di “commodificazione” della musica e dell’influenza anche stilistica dei mass media a livello locale.