Ventiduesimo Colloquio di Musicologia
del «Saggiatore musicale»

Bologna, 23-25 novembre 2018

 

Abstracts

Valentina Trovato(Bergamo)
Musiche per il tempo di Natale a Roma nel Seicento: alcune osservazioni

Nella presente relazione affronto alcuni temi legati alla musica vocale sacra composta per il tempo di Natale a Roma durante il XVII secolo.

A partire dal mottetto di Giacomo Carissimi Exsulta Gaude filia Sion (Sacri Concerti, 1675) scritto per il tempo di Natale, e da un campione di composizioni pubblicate in alcune delle raccolte  miscellanee di “R. Floridus canonicus de Sylvestris a Barbarano” di metà Seicento, metterò in evidenzia le modalità compositive ricorrenti.

Tra le composizioni prese in esame, segnalo:  Quem vidistis pastores (Melos rusticum) da R. Floridus canonicus de Sylvestris a Barbarano  (Roma, Cortellini 1655); Bonifacio Graziani, Pastores dum custodistis da R. Floridus canonicus de Sylvestris a Barbarano (Roma, Moneta 1659); Silvestro Durante, Quem vidistis pastores da R. Floridus canonicus de Sylvestris a Barbarano (Roma, Grignani 1645); Bonifacio Graziani, Venite Pastores (GB-Och, Mus. 13).

In tale contesto pastoral-natalizio, assumono particolare interesse l’uso di sezioni intere dedicate alla ripetizione di “Noe”, un chiaro francesismo di origine fiamminga, e di pive strumentali. In questo ambito variegato, dove musica pastorale e natalizia si incontrano, il mottetto di Carissimi assume un ruolo particolare di sintesi, in quanto la chiusura della composizione è lasciata a una piva vocale (e non strumentale, come di consueto) e per la rielaborazione nella sezione “Noe” di un tema popolare, probabilmente ben noto al pubblico.

Senza tralasciare il contesto romano in cui le musiche nascono, questa è l’occasione per osservare le modalità compositive usate dagli autori di area romana e le intersezioni tra musica colta e popolare, come mostra il Melos rusticum, una melodia popolare presentata nella raccolta R. Floridus canonicus de Sylvestris a Barbarano pubblicata per lo stampatore Cortellini nel 1655 e poi ripresa da Carissimi in Exsulta Gaude filia Sion.