Ventesimo Colloquio di Musicologia
del «Saggiatore musicale»

Bologna, 18-20 novembre 2016

 

Abstracts

Alberto Mammarella (Chieti)
“Il cantar novo” di Bottrigari e Francesco Orso da Celano:
«mostro di confusione» o «gagliardissima congettura»? 

Nella seconda metà del Cinquecento la discussione sui generi armonici (diatonico, enarmonico e cromatico), tanto cara ai maggiori teorici del Rinascimento italiano da Vicentino a Lusitano, da Danckerts a Zarlino fino a Galilei e Artusi, si arricchisce di due ‘prove dimostrative’ di fondamentale importanza. 

Nel 1567 vede la luce a Venezia per i tipi di Claudio Merulo da Correggio Il cantar novo e ’l pianger de gli augelli, madrigale cromatico a cinque voci (C, A, T, Q, B) in due parti del frate celestino Francesco Orso da Celano. Posto a conclusione del Primo libro de’ madrigali a cinque con due madrigali cromatici nel fine, Il cantar novo rappresenta il culmine del linguaggio compositivo di Francesco Orso e testimonia il grado di complessità e raffinatezza raggiunto da quello che è stato definito «il movimento dell’espressionismo cromatico» rinascimentale (Lowinsky 1962). Il compositore, attraverso un uso particolare dei segni di alterazione e delle lettere relative alle note (spiegato ed esemplificato nella Lettera agli lettori che segue la dedica), dimostra di conoscere le teorie di Nicola Vicentino (esposte nell’Antica musica ridotta alla moderna prattica, Roma, Barré, 1555) e le risorse degli strumenti da tasto cromatici ed enarmonici.

Probabilmente coevo, ma pubblicato alla fine del suo trattato Il Melone. Discorso armonico del M. Ill. Sig. Hercole Bottrigaro (Ferrara 1602, ma già scritto nel 1591), Il cantar novo e ’l pianger degli Augelli, madrigale a quattro (C, A, T, B) del Cavalier Ercole Bottrigari, è concepito come dimostrazione di come si possa scrivere in polifonia nel genere cromatico antico. Nel Melone  Bottrigari si ‘presenta’ come l’unico musico in grado di padroneggiare la composizione «pura e schietta cromatica», in evidente contrapposizione a Francesco Orso, ritenuto compositore privo di adeguata esperienza speculativa. 

Attraverso l’analisi stilistico-compositiva dei due madrigali si è tentato di ribaltare la posizione di Bottrigari e di “riabilitare” Il cantar novo di Francesco Orso, riconoscendo comunque il ruolo fondamentale svolto da entrambi i compositori nell’ambito della più generale discussione sui generi armonici.