Ventiduesimo Colloquio di Musicologia
del «Saggiatore musicale»

Bologna, 23-25 novembre 2018

 

Abstracts

Brigida Migliore (Aix/Marseille)
Quando l’umano aspira al sacro: Zad Moultaka esplora Hildegard von Bingen

Durante il corso dei secoli, il linguaggio musicale è stato spesso arricchito con elementi estranei alla sua grammatica tipica e, di conseguenza, ha intrapreso direzioni inaspettate e singolari ogniqualvolta i compositori hanno integrato innovazioni provenienti da altri contesti. Non si tratta dunque di un semplice interesse estetico, ma di una questione culturale che ogni volta dà vita a creazioni originali e autentiche. Questa operazione musicale ha acquisito differenti connotazioni e, dunque, diverse denominazioni: dalla fusione, all’ibridazione, all’innesto, fino alle nozioni di trans-culturalità o di trans-istoria.

In questo contesto, la personalità di Zad Moultaka, libanese operante in Francia dagli anni ’80, si è rivelata essere molto interessante dal punto di vista compositivo. Legato alle sue radici dell’oralità araba ma, allo stesso tempo, formatosi secondo il rigore della teoria occidentale, il compositore nella sua prima produzione attua una ricerca per trasferire alla sua musica l’unione dei due universi musicali, integrando i dati fondamentali della tecnica contemporanea occidentale con i caratteri specifici della musica araba.

Tuttavia nella maturazione artistica della sua creatività, Moultaka ha sperimentato anche altri tipi di esplorazione e interazione di patrimoni musicali differenti. In particolare, risulta molto interessante la sua opera Gemme (2015) in cui si vuol mostrare come una composizione sacra del Medioevo possa essere riconcepita e ritornare a vivere ai giorni nostri. Il compositore libanese ha ripreso e ripensato alcune musiche di Hildegard von Bingen: l’effettuazione di una profonda analisi lo ha portato a ricostruire l’universo musicale della santa renana adattandolo alle possibilità della spazializzazione sonora attuale. Il sussidio elettronico ha sostenuto questa ricerca del “nuovo autentico” supportando la purezza della voce, la reale protagonista dell’opera.

Questo progetto musicale rappresenta un atto di conversione tra codici linguistico-musicali, una “trans-duzione”. Ma esso diventa altresì un mezzo per fare una “trans-musica”, cioè una musica che possa rimandare ad altre musiche, ad altri codici, altre situazioni culturali e creare un avvicinamento degli stessi.