Chiara Sintoni (Bologna)
“La didattica della musica nell’età infantile tra ascolto musicale, impiego del corpo e verbalizzazione della musica” 

Nella mia relazione intendo fornire un breve resoconto del progetto di ricerca, formazione e didattica relativo all’assegno di ricerca finanziato dal Dipartimento delle Arti, Università degli Studi di Bologna. Il progetto di ricerca ha un antecedente nell’intervento didattico triennale avviato nell’anno accademico 2008/2009 dalla Libera Università di Bolzano nel Comune di Laives-Leifers (Bolzano), coordinato da Liliana Dozza e del quale ho curato la progettazione dei moduli, il coordinamento organizzativo, l’attività didattica, di formazione e di supervisione, la raccolta e la valutazione dei dati. Il progetto di ricerca s’inquadra felicemente nell’attenzione del Dipartimento delle Arti – in particolare della cattedra di Pedagogia musicale – nonché del territorio dell’Alto Adige e del Comune di Laives – che ha co-finanziato l’assegno di ricerca – verso la formazione musicale delle giovani generazioni, in particolare nella fascia d’età 0-11, corrispondenti all’asilo nido (0-3 anni), alla scuola dell’infanzia (3-5) e primaria (6-11).
Il progetto è incentrato sulla Didattica dell’ascolto, con particolare riferimento all’impiego didattico del corpo e alla formazione linguistica attraverso la musica.
Rispetto all’offerta formativa esistente, il progetto presenta tratti fortemente innovativi: 1) si basa sulla Didattica dell’ascolto e su un’interazione feconda tra la musica – intesa come disciplina – le attività didattiche (asilo nido), i ‘campi d’esperienza’ (scuola dell’infanzia) e le discipline curricolari (scuola primaria); 2) è incentrato su una scelta mirata di brani di musica d’arte, intesa come patrimonio/eredità culturale e dunque come parte integrante della formazione dell’individuo; 3) promuove la formazione linguistica attraverso la verbalizzazione degli elementi musicali, integrando così l’approccio didattico più diffuso, che fonda l’impiego della musica per l’apprendimento linguistico sul canto di filastrocche e canzoni e restringe il campo ai soli vocaboli presenti nel testo; 4) promuove l’impiego didattico del corpo finalizzato alla comprensione delle strutture musicali (gestualità finalizzata), in contrasto, di fatto, con diffusi approcci che confondono l’educazione musicale con l’animazione e col gioco d’intrattenimento e vedono nel gesto un aspetto di carattere puramente imitativo rispetto ad un racconto, una fiaba, una traccia narrativa (in prospettiva, l’attività di ascolto musicale condotta mediante la gestualità finalizzata può risultare proficua per avviare una riflessione nell’àmbito della didattica della danza); 5) attua una sinergia virtuosa fra gli incontri di formazione dei docenti e l’attività didattica vera e propria, grazie al coinvolgimento diretto dei docenti nell’attività didattica in situazione e alla supervisione condotta dall’esperto nei gruppi e nelle classi; 6) promuove lo scambio continuo e fecondo tra la disciplina (savoir savant) e la sua trasmissione didattica (savoir enseigné) e si connota come intervento di formazione permanente dei docenti verso una maggiore autonomia e competenza/consapevolezza disciplinare, senza che essi debbano affidare la disciplina in toto ad un esperto esterno; 7) promuove la collaborazione e lo scambio tra le istituzioni formative del territorio, il personale docente e le famiglie; 8) favorisce il radicamento dell’attività didattica nelle strutture coinvolte e la sua diffusione sul territorio.
L’obiettivo è individuare e verificare una procedura di intervento educativo che, in prospettiva, possa porsi come modello di educazione musicale nelle scuole relative alla fascia d’età 0-11 per quanto riguarda le tematiche al centro del progetto.