Daniela Castaldo (Lecce)
Iside sulle sponde del Tevere: presenze africane nella musica di età romana

In questa sede vorrei proporre alcune riflessioni sulla presenza di musicisti e danzatori neri nelle testimonianze di età romana che documentano i contesti rituali in onore di Iside e di altre divinità di origine egiziana.
Il culto di Iside si affermò a Roma dopo la conquista dell’Egitto e raggiunse il suo culmine in età imperiale: dalla descrizione dei rituali in onore della dea ad opera di autori come Apuleio e Plutarco si evince come il sistro fosse lo strumento musicale generalmente a lei associato.
Le testimonianze iconografiche arricchiscono le nostre conoscenze su queste cerimonie, illustrando un elemento che i testi non riportano: in alcune immagini infatti, a questi momenti rituali prendono parte anche personaggi neri, uomini e donne, rappresentati mentre danzano e suonano sistri, aerofoni e clappers di forme diverse.
Ai fini di questa ricerca saranno in particolare presi in esame affreschi rinvenuti ad Ercolano, che mostrano la presenza alle cerimonie isiache di sacerdoti bianchi accanto ad altri dai tratti negroidi; e un bassorilievo venuto alla luce ad Ariccia, nei pressi di una tomba sulla via Appia (ca. 100 d.C.). Qui, all’interno di una struttura architettonica che probabilmente si riferisce all’Iseo del Campo Marzio, è illustrata una danza rituale eseguita da donne steatopigie, vestite di lunghe tuniche trasparenti, accompagnate da nani che scandiscono il ritmo battendo le mani e da neri che battono clappers a forma di bastoncini. La scena si svolge alla presenza di una serie di divinità egizie le cui statue sono rappresentate sotto un portico.
Quando il culto di Iside si diffuse nel mondo greco e romano fu spesso affidato ad autentici sacerdoti egizi la cui presenza garantiva la correttezza dei riti originali. Sacerdoti, musici e danzatori neri  assicuravano un accentuato gusto esotico alle cerimonie, come le statue e gli oggetti antichi portati dall’Egitto per decorare i templi di Iside. In questo modo gli iniziati erano immersi in un’atmosfera speciale e profondamente coinvolgente.