Ventunesimo Colloquio di Musicologia
del «Saggiatore musicale»

Bologna, 17-19 novembre 2017

 

Abstracts

Giulia Riili (Ginevra)
Madrigalisti “a bottega” :  Paolo Caracciolo, discepolo di Pietro Vinci

Di Paolo Caracciolo (1557c – post 1582) si sa ben poco, se non che fu uno dei discepoli di Pietro Vinci (1535c – 1584), tra i più importanti esponenti della musica del Sud Italia del secolo XVI. Nato probabilmente intorno al 1557, come il proprio maestro Caracciolo è di Nicosia, paese dell’entro-terra siciliano; e dalla Sicilia si trasferisce in Italia settentrionale, allo stesso modo di Vinci e di altri suoi conterranei (come Nicolò Toscano, Erasmo Marotta, Giovanni Pietro Flaccomio e Sigismondo d’India). Di Caracciolo ci è pervenuta una sola raccolta di madrigali a cinque voci, in tre esemplari, il Primo libro, stampato a Venezia nel 1582, presso l’erede di Girolamo Scotto e dedicato (da Milano) a Carlo Emanuele I, duca di Savoia e principe di Piemonte. A questa si aggiungono quattro madrigali che figurano nelle raccolte di Pietro Vinci e di Orazio Scaletta, stampate tra il 1579 e il 1590. L’interesse che suscita il Primo Libro di Paolo Caracciolo risiede soprattutto nel suo prestarsi a esempio per uno studio che, a un raggio più ampio, possa approfondire le dinamiche di trasmissione del sapere musicale tra Cinque e Seicento, attraverso un’osservazione sistematica dei rapporti di discepolato, e delle modalità con cui il fenomeno si diffonde nel periodo. Qual era la frequenza con cui madrigali di altri compositori comparivano in raccolte monografiche con un autore principale? Cambia nel corso del Cinquecento? Con quale cadenza viene indicata la qualifica di discepolo? E in quali casi la menzione non compare, sebbene altre fonti ci assicurino che si tratta proprio di un discepolo? Quanto un allievo si discosta o segue il modello del proprio maestro? Come e quando si rintraccia nelle musiche un linguaggio comune che, distinguendo modelli e universalia da tratti peculiari del singolo compositore, può determinarne l’appartenenza a uno stile? Con quali parametri si valutava all’epoca lo stile? Si tratta di una tematica più volte sfiorata nelle ricerche musicologiche, ma non ancora esplorata nel suo nucleo centrale, in particolare in merito all’ambito più ristretto del madrigale italiano. La raccolta di Caracciolo presenta un carattere eterogeneo nel suo insieme, che potrebbe essere letto come un’esplorazione delle possibilità creative di cui il compositore disponeva, ma che può anche essere interpretato come risultato parziale della rete di rapporti sociali e culturali che hanno determinato in fieri il corso stesso della scelta di queste possibilità.