Ventiduesimo Colloquio di Musicologia
del «Saggiatore musicale»

Bologna, 23-25 novembre 2018

 

Abstracts

Giuseppina Crescenzo (Francoforte sul Meno)
Il trionfo della pace: una cantata sacra in “pubblica accademia” a Roma nel 1741

Nella relazione ho esposto parte dei risultati di una ricerca, legata ad una borsa di studio del Deutsches Historisches Institut in Rom, sulle cantate sacre del Collegio Nazareno romano. Ho mostrato in particolare come i dati ottenuti dall’analisi del libretto della cantata Non più dimore. Alle vendette, all’armi del 1741 e dei personaggi – Giustizia, Pace, Innocenza, Coro di Virtù – integrati in un più ampio contesto storico-politico ed ecclesiastico, permettono di avanzare alcune ipotesi di relazione tra la stesura del libretto e la guerra di successione austriaca (1740-1748) che coinvolse in prima linea il Papa Benedetto XIV. Qual è il riflesso dei cambiamenti storico-politici e religiosi sulle commissioni delle cantate sacre eseguite nelle accademie di settembre al Collegio Nazareno?

Prospero Lambertini era salito al soglio papale con il nome di Benedetto XIV da appena due mesi, quando la scomparsa dell’imperatore Carlo VI (20 ottobre 1740) e la conseguente guerra di successione austriaca scoppiata con l’ascesa al trono di Maria Teresa d’Austria, e protrattasi fino al 1748, lo posero in una posizione di estrema difficoltà. Infatti le mire di Maria Teresa che tentava di mettere sul trono imperiale suo marito Francesco Stefano di Lorena, quelle di suo cugino Carlo Alberto di Baviera, che avanzava pretese sul patrimonio degli Asburgo, e quelle di Federico II, che occupava la Slesia con mire espansionistiche, determinarono il coinvolgimento di tutte le forze europee nella guerra di successione al trono austriaco. Poiché tutte e tre gli schieramenti politico-militari tentavano di procurarsi il favore e l’appoggio morale del papato, che intanto non si determinava a favore di nessuno dei tre, Benedetto XIV finì per scontentarli tutti. Infatti provvide solamente con un suo autografo del 26 novembre 1740 ad esprimere a Maria Teresa le proprie condoglianze per la morte del padre, mantenendo per il resto la sua neutralità.

Subito dopo però, nonostante l’opposizione degli ambasciatori francesi e spagnoli, il Papa riconobbe a Maria Teresa il diritto di successione. Ciò contribuì ad inasprire gli animi degli altri contendenti. Prevedendo una reazione violenta, Benedetto XIV si rifugiò nella fede e nella preghiera e indisse un giubileo per invocare l’aiuto divino e il ritorno alla pace. Fece tenere a Roma delle missioni e partecipò personalmente alla processione, che si svolse il 20 novembre 1740 da S. Maria degli Angeli a S. Maria Maggiore, per guadagnarne le indulgenze giubilari. Anche se il quadro politico internazionale presentava queste grosse difficoltà nei confronti della Curia papale, Benedetto XIV s’era guadagnato il sostegno di diversi collegi romani che, all’indomani della sua elezione al soglio pontificio, lo avevano accolto con numerose opere poetico-musicali.

Nel 1741, a sostegno morale di papa Lambertini, il Collegio Nazareno gli dedicò la cantata Non più dimore. Alle vendette, all’armi composta da Felice Doria, nella quale le allegorie dei personaggi e i riferimenti del libretto al contesto storico-politico sono continui ed evidenti. La studio di questo fenomeno storico-politico ed artistico, consente di ricostruire, oltre al contesto più plausibile che occasionò la cantata sulla pace del 1741, la struttura tipica di una cantata sacra accademica in un collegio romano della prima metà del Settecento.