Ventesimo Colloquio di Musicologia
del «Saggiatore musicale»

Bologna, 18-20 novembre 2016

 

Abstracts

Massimo Zicari (Lugano)
Il bel canto nelle prime incisioni discografiche: Luisa Tetrazzini conclamata

Nel diciannovesimo secolo il delicato rapporto tra compositori e cantanti d’opera non cessa di assumere toni controversi. Sebbene le dive abusassero dei compositori o piuttosto approfittassero della libertà espressiva che gli usi del tempo concedevano loro, nell’Ottocento il ruolo dei cantanti continuò ad essere di fondamentale importanza nel processo di definizione del risultato musicale finale: la rappresentazione operistica. In questo quadro, una certa flessibilità agogica, un uso più o meno pronunciato dell’ornamentazione e l’aggiunta o sostituzione delle cadenze finali costituiscono i tre aspetti più fortemente caratterizzanti quella prassi vocale e drammatica che fu genericamente definita bel canto.

Il soprano Luisa Tetrazzini (1871-1940) aveva debuttato a Firenze nel 1890 (l’anno di Cavalleria rusticana) e, dopo una lunga serie di successi in America Latina, aveva fatto la sua apparizione a Londra nel 1907, in un momento in cui la sua maniera di cantare e il repertorio in cui sembrava trovarsi maggiormente a suo agio erano giudicati con severità: sorpassata la prima e scadente il secondo. Tuttavia, tra le interpreti femminili attive a cavallo tra i due secoli Luisa Tetrazzini fu probabilmente colei che, dopo Adelina Patti, più di tutte incarnava l’eredità ottocentesca del bel canto in un momento in cui, a detta di alcuni contemporanei, questa aveva lasciato il campo ad un nuovo repertorio e a più aggiornate modalità espressive. 

Attraverso l’analisi di alcune registrazioni discografiche, questo contributo intende fare nuova luce su alcune delle caratteristiche più salienti dello stile vocale di Luisa Tetrazzini e verificare in che misura queste esemplificassero quanto descritto nella trattatistica ottocentesca in merito al cosiddetto bel canto, a testimonianza di quella continuità tra Ottocento e Novecento che molti critici avevano immediatamente evidenziato. Particolare attenzione viene data alle registrazioni del repertorio verdiano che Luisa Tetrazzini realizzò tra il 1907 e il 1914.