Di verità alterate e complesse strategie: Giovan Carlo de’ Medici e l’“Ipermestra”
20 Novembre 1657. La regina Marianna d’Asburgo dà alla luce l’erede al trono di Spagna, Felípe Prospero, e, nel giro di qualche settimana, da Firenze arrivano a Madrid gli auguri del cardinal Giovan Carlo de’ Medici assieme a un’inattesa comunicazione: nel teatro della Pergola, inaugurato solo qualche anno prima dal cardinale in persona e dagli Accademici Immobili, si terrà un’opera in onore dell’Infante. Si tratta nientemeno che della prima dell’Ipermestra di Giovanni Andrea Moniglia e Francesco Cavalli: il miglior librettista fiorentino che la piazza potesse offrire e il compositore le cui opere garantivano il successo delle stagioni teatrali di tutta Italia ormai già da un ventennio. La dedica a Felípe Prospero campeggia sul frontespizio del libretto stampato per l’occasione, e nella Descrizione che lo accompagna leggiamo che al librettista fu chiesto «frettolosamente» di stendere un plot che narrasse di una dinastia reale in pericolo, in modo da omaggiare gli Asburgo spagnoli e la rinnovata speranza di una discendenza diretta grazie alla nascita del primo figlio maschio di Filippo IV.