Diciottesimo Colloquio di Musicologia
del «Saggiatore musicale»

Bologna, 21-23 novembre 2014

 

Abstracts

Pietro Misuraca (Palermo)
Igor’ Stravinskij nell’archivio di Luigi Rognoni

Grazie a scritti e documenti conservati nell’archivio personale del critico e musicologo italiano Luigi Rognoni (Milano, 1913-1986), si prenderà in esame la presenza di Igor Stravinsky nel pensiero critico di Rognoni e nella cultura musicale italiana tra gli anni Trenta e gli anni Cinquanta. Rognoni, che fu importantissimo per la conoscenza in Italia della musica dodecafonica, espresse per primo la contrapposizione tra Schönberg e Stravinsky poi sancita da Adorno nella sua Philosophie der neuen Musik (1949). La radicalità di tale posizione s’inquadrava all’interno di una visione eticamente impegnata del vivere e dell’arte, che considerava portatori di un messaggio di rigenerazione ― in contrapposizione all’“archeologia” neoclassica di Stravinsky ― l’espressionismo e il metodo dodecafonico.

La recensione dello storico primo allestimento di The Rake’s Progress, firmata da Rognoni e ospitata nel settimo numero della rivista di filosofia «Aut Aut» (gennaio ’52), consente di cogliere nel vivo della militanza critica una posizione che di lì a poco avrebbe trovato la sua formulazione più articolata in Espressionismo e dodecafonia (Torino, Einaudi 1954).

Proprio in quel periodo Stravinsky conduceva tuttavia la sua vicenda creativa verso la svolta dodecafonica, cogliendo in contropiede critici ed esegeti: ecco allora che i rapporti con Rognoni, che cominciò subito a seguire con interesse le sue ‘aperture’ al linguaggio seriale, si fecero più stretti e cordiali giusto in coincidenza con l’uscita del volume sulla Scuola di Vienna.

Una lettera di Rognoni a Stravinsky del 25 aprile 1954 dà inizio a un breve, ma significativo carteggio (sette lettere più tre scambiate con Robert Craft) oggi custodito presso l’Università degli Studi di Palermo, dove si conserva l’Archivio di Luigi Rognoni.

La scelta dodecafonica di Stravinsky indusse il musicologo milanese a un parziale ripensamento della sua posizione, mentre Stravinsky lo contattò in più occasioni per le sue ricerche in merito alla produzione musicale di Gesualdo da Venosa. Il 28 ottobre 1957 gli scrisse infine per invitarlo alla prima esecuzione assoluta di Threni, prevista alla Biennale di Venezia nel settembre dell’anno successivo. E dell’incontro veneziano del ’58 restano alcune foto e una registrazione audio delle prove che offre un’interessante testimonianza del lavoro di Stravinsky.