Recenti studi sulla storia della didattica musicale nel Settecento hanno dedicato particolare attenzione alla tecnica del partimento e al suo impiego come strumento di insegnamento della composizione e dell’improvvisazione. Nell’àmbito di queste indagini è stata riportata all’interesse della musicologia la figura di Andrea Basili (1705-1777), compositore, teorico e didatta, maestro di cappella nella Santa Casa di Loreto, ben documentata anche attraverso il lungo scambio epistolare intercorso con padre G.B. Martini.
Basili è noto soprattutto per aver pubblicato l’unica raccolta a stampa italiana settecentesca di partimenti, la Musica universale armonico pratica (Venezia 1776). L’opera si presenta come un corso avanzato di composizione alla tastiera, ripartito in ventiquattro esercizi che coprono tutte le tonalità maggiori e minori. In ciascun esercizio si affiancano brani interamente intavolati ad altri nei quali viene impiegata la notazione cifrata tipica del partimento: un solo rigo musicale riporta le indicazioni per la ricostruzione della tessitura completa, che l’esecutore è chiamato a realizzare estemporaneamente. L’illustrazione delle principali forme musicali avviene integrando aspetti del metodo esemplare con esercizi di ricomposizione, attraverso un percorso teorico-didattico nel quale l’elemento verbale è pressoché assente.
Attraverso l’indagine archivistica è stato possibile rintracciare alcuni manoscritti, contenenti trattazioni teoriche e sillogi di materiali esercitativi, direttamente riconducibili all’iter formativo compiuto da Andrea Basili e alla sua attività didattica. Alla luce di questi documenti, l’intervento ricostruirà la genesi della Musica universale, delineando un quadro complessivo degli elementi teorici e della metodologia di didattica della composizione in essa impliciti.