Diciottesimo Colloquio di Musicologia
del «Saggiatore musicale»

Bologna, 21-23 novembre 2014

 

Abstracts

Riccardo Castagnetti (Bologna)
Una didattica musicale per la fantasia

Lo studio dell’improvvisazione come prassi musicale storica, pone alla ricerca musicologica un duplice problema: da un lato, in assenza di documentazione sonora, sembra venire a mancare l’oggetto stesso dell’indagine, dall’altro, il carattere di evento proprio dell’improvvisazione, rende necessaria la riconsiderazione di alcuni concetti musicologici fondamentali, a partire da quello di opera.

Solitamente, per definire i confini dell’improvvisazione, la si contrappone da un lato alla composizione e dall’altro all’esecuzione musicale. Le ricerche sulla prassi esecutiva e sulla storia della pedagogia musicale ci rimandano però un’immagine del tutto differente.

A partire dallo studio della storia della didattica della composizione, e del rapporto tra formazione e produzione musicale che essa implica di volta in volta, è possibile tracciare le linee di una fenomenologia dell’improvvisazione. Il Libro llamado Arte de Tañer Fantasia, scritto dal frate domenicano Tomás de Santa Maria e pubblicato a Valladolid nel 1565, rappresenta un testo privilegiato per individuare uno degli snodi più significativi della dialettica storico-musicale fra teoria e prassi.

A differenza della maggior parte dei trattati di contrappunto del secolo XVI, l’Arte de Tañer Fantasia, propone un iter didattico modellato non sulla polifonia vocale ma su quella strumentale. Con l’espressione «tañer fantasia» l’autore indica non l’esecuzione di un testo scritto, ma l’atto performativo musicale in quanto tale, in cui composizione, improvvisazione ed esecuzione si fondono in un processo unitario che ha come prodotto un brano strumentale polifonico-imitativo: la fantasia. Nel Prologo il teorico domenicano dichiara di essersi valso della consulenza di Antonio de Cabezón. Tale riferimento fornisce le basi per istituire un confronto tra la produzione musicale di quest’ultimo e le tecniche compositive descritte nell’Arte de Tañer Fantasia.  

Le finalità dell’opera non sono speculative, ma teorico-didattiche: ogni concetto è dimostrato da esempi musicali, che sono al contempo esercizi pratici proposti all’aspirante musicista, il quale è condotto, mediante un percorso formativo centrato sull’improvvisazione strumentale, ad acquisire tecniche e materiali della composizione unitamente alla competenza esecutiva alla tastiera.

L’omologia strutturale tra gli elementi costitutivi del «tañer fantasia» esposti da Tomás de Santa Maria e i procedimenti impiegati da Antonio de Cabezón evidenzia una linea di continuità tra didattica dell’improvvisazione e della composizione, attraverso la quale è possibile individuare l’emergere, nella seconda metà del secolo XVI, di una concezione dell’atto improvvisativo come comporre alla tastiera, idea che si andrà configurando come modello di riferimento per la didattica della composizione fino alla prima metà del secolo XVIII.