Ventunesimo Colloquio di Musicologia
del «Saggiatore musicale»

Bologna, 17-19 novembre 2017

 

Abstracts

Saverio Lamacchia (Udine)
Un precedente sconosciuto del “Turco in Italia” 

Il turco in Italia, libretto di Caterino Mazzolà, musica di Franz Seydelmann (Dresda, Kleines Kurfürstliches Theater, 22 gennaio 1788) è stato oggetto di studio in quanto fonte diretta dell’omonimo rifacimento da parte di Felice Romani per Gioachino Rossini (Milano, Teatro alla Scala, 14 agosto 1814), opera fortunata e ormai rientrata nel corrente repertorio. Il turco in Italia di Mazzolà è a sua volta un (radicale) rifacimento di un libretto precedente, di autore non dichiarato ma attribuibile al medesimo Mazzolà: Il bon ton vinto dal buon senso, dramma giocoso andato in scena al San Moisè di Venezia nel carnevale 1780, con musica di Joseph Schuster. L’affinità tra Il bon ton vinto dal buon senso e Il turco in Italia si evince già dall’elenco dei personaggi. I quattro principali restano immutati quanto ai ruoli: una coppia italiana in crisi (i cui nomi cambiano dal 1780 al 1788), e una coppia orientale separatasi in modo traumatico, i cui nomi restano Selim e Zaida. Il motore delle due commedie è Selim, mosso dalla ricerca di avventure amorose in Italia; ricerca che trova facile successo nella disponibilità della moglie italiana “capricciosa”. Le due donne si contendono Selim, il quale per un po’ si troverà incerto nella scelta tra la nuova fiamma italiana, piccante ma infedele, e l’antica amante/schiava orientale (meno piccante ma fedele). Nel finale le due coppie si riconciliano: l’italiana torna col marito italiano, l’orientale Selim torna con l’orientale Zaida. L’identità di interi versi da un libretto all’altro consente di affermare che la filiazione è certa. 

La relazione ha messo in rilievo le affinità ma anche le notevoli differenze, dalla fabula al plot alla drammaturgia. Il bon ton vinto dal buon senso – di cui si conosce una sola fonte musicale, lacunosa – peraltro è interessante di per sé, specie come satira dei costumi e degli stereotipi nazionali, occidentali (italiani e francesi: il Marchese Verdifrondi – Don Bacalare nel Turco in Italia – è un buffo che imita le mode francesi per essere chic) e orientali (Selim nel Bon ton vinto dal buon senso ha tratti caricaturali assenti nell’omonimo personaggio del Turco in Italia, interpretato a Dresda da un castrato).