“La Semirami” di Moniglia e Cesti:
soggetto, drammaturgia e tradizione testuale

A metà strada fra mito e storia, la figura di Semiramide ha avuto fin dal Cinquecento vasta fortuna nella letteratura drammatica europea e poi nel teatro d’opera italiano, affascinando poeti e drammaturghi e prestandosi alle più varie interpretazioni. Una delle prime trasposizioni operistiche della complessa leggenda si registra con La Semirami di Giovanni Andrea Moniglia (1625-1700) e Antonio Cesti (1623-1669). Il melodramma, commissionato da Leopoldo de’ Medici per festeggiare le nozze di Sigismondo Francesco arciduca d’Austria a Innsbruck nel 1665, fu in realtà allestito solamente nel 1667 alla corte dell’imperatore Leopoldo I a Vienna. Venne infine ripreso nel 1674 al teatro di S. Moisè di Venezia sotto il titolo La schiava fortunata, con modifiche di Giulio Cesare Corradi e Marc’Antonio Ziani; tale rifacimento fu poi replicato altre sette volte in Italia e oltralpe fino al 1693.

L’esame dell’opera di Moniglia e Cesti, concepita in un ambiente di corte con uno scopo celebrativo ma ripresa anche in teatri cittadini, consente di osservare il trattamento drammatico-musicale del tema di Semiramide in relazione a differenti contesti. Se nelle corti asburgiche il personaggio storico è trattato come exemplum morale e assume una valenza positiva in termini di rappresentazione simbolica del potere, nel contesto cittadino prevalgono altri criteri: si punta sulla drammaturgia dell’equivoco e della seduzione sensuale, sull’abbondanza delle arie, sul risalto dovuto all’esibizione dei cantanti. Nella relazione mi concentro sul trattamento drammatico del soggetto nell’opera di Moniglia e Cesti in rapporto alle fonti storico-letterarie che ne tramandano la leggenda. Mi soffermo sulle caratteristiche della drammaturgia in relazione alle convenzioni operistiche vigenti, e illustro in breve la tradizione testuale del dramma nel rifacimento veneziano del 1674 (con le sue riprese), al fine di mettere in evidenza le modifiche subìte dall’opera negli allestimenti successivi alla première viennese.