in collaborazione col 
Dipartimento delle Arti
Alma Mater Studiorum — Università di Bologna  

Ventitreesimo Incontro 
dei Dottorati di Ricerca in Discipline musicali

sabato 25 maggio 2019, ore 10,45-13,15 e 14,45-17,30

Palazzo Marescotti Brazzetti, Salone Marescotti  
Bologna, via Barberia 4 

Abstracts

Angelica Vomera (Torino – Parigi)
Torino, Biblioteca Nazionale Universitaria, T.III.2:
testi e contesti di polifonia italiana e francese in età scismatica (1378-1417)

Nella trasmissione della polifonia italiana e francese, il manoscritto Biblioteca Nazionale Universitaria T.III.2, formato da una quindicina di bifogli cartacei in recto e verso, presenta un particolare interesse codicologico, che ha necessitato di una comparazione con le fonti arsnovistiche tre-quattrocentesche in termini materiali. Seguendo la terminologia codicologica di ambito romanzo, si è tentato di rispondere ai dubbi circa la natura del materiale torinese, che non sembra essere né codice né frammento, bensì una raccolta cumulativa con caratteristiche di assemblaggio peculiari. Si è dunque cercato di ricostruirne nel dettaglio la compilazione, fornendo alcuni elementi nuovi intorno all’origine di alcune composizioni. Lo studio del repertorio (42 pezzi, di cui 23 unica, su testi italiani, francesi e latini) ha comportato una nuova edizione critica dei testi, secondo una metodologia attenta al testo musicale, e alla luce di una nuova concordanza, Paris, BNF, n.a.frç. 22069. È stata omessa l’edizione dei testi liturgici sprovvisti di tropo, ma sono stati considerati anche i testi molto frammentari. 

Il relativo studio linguistico ha consentito di meglio intendere la compilazione del T.III.2 nei suoi diversi strati, fornendo inoltre qualche elemento per riconsiderare il legame fra ‘gallicizzazione’ della musica italiana e scrittura in lingua francese da parte di autori di origine peninsulare. Il francese delle composizioni di musici italiani ha dei tratti distintivi? L’analisi linguistica dei testi della polifonia che i musicologi hanno convenuto di denominare ars subtilior può forse favorire la comprensione attorno all’origine di tale fenomeno musicale? I confini labili fra geografie fisiche e stilistiche vengono così messi sotto esame, con uno sguardo ravvicinato al caso emblematico dell’‘internazionale’ e composito T.III.2.