La musica ha assunto e assume tuttora in televisione varie funzioni: di sfondo, di ambiente ed evocazione sonora nelle sigle, nei programmi di intrattenimento, negli spot pubblicitari. Nei videoclip invece è oggetto principale: le immagini fungono da ambiente e da sfondo alla musica, e variamente dialogano con essa. Qui desidero concentrarmi sulle musiche intese come ‘sapere’ da divulgare; dunque, su quelle trasmissioni di taglio pedagogico-didattico che hanno inteso diffondere la conoscenza del patrimonio musicale.
Fra i numerosi cicli a puntate che hanno fatto la storia di questo genere di trasmissioni ve ne sono soprattutto due ancora oggi attuali, che potrebbero essere proficuamente impiegati a scuola o in contesti di apprendimento informali: gli Young People’s Concerts con Leonard Bernstein (CBS, 1958-72) e Orchestra! con Georg Solti e Dudley Moore (Channel Four, 1991). Entrambi i cicli sono disponibili in DVD e sono stati oggetto di numerosi saggi e articoli di approfondimento sulle loro qualità didattico-divulgative. In sintesi: la combinazione di registri diversi, di aspetti seri, colti, divertenti e leggeri, e dunque la rispondenza sia a intenti didattici concreti, sia a logiche televisive di intrattenimento.
I concerti per i giovani della Filarmonica di New York, inaugurati il 24 gennaio 1924 dal direttore d’orchestra Ernest Schelling, cominciarono ad essere ripresi in televisione quando Leonard Bernstein divenne direttore della Filarmonica nel 1958. Da allora fino al 1972 la Columbia Broadcasting System (CBS) trasmise 15 stagioni annuali, con un numero di episodi variabile (da 2 a 5), per un totale di 53.
Ciascun episodio, della durata di un’ora, corrispondeva alla ripresa di un’esibizione dal vivo della New York Philharmonic. Bernstein introduceva, illustrava e dirigeva i brani musicali. Il suo modo di spiegare la musica si caratterizzava per i seguenti aspetti: procedimento graduale, dal semplice al complesso; impiego di similitudini e metafore; coinvolgimento del pubblico in sala.
Frequenti nelle sue lezioni sono i passaggi graduali da ascolti più ‘accessibili’, come una filastrocca o una canzone famosa dell’epoca (spesso dei Beatles), a brani di musica classica, o, per usare la definizone preferita da Bernstein, di musica ‘esatta’ (per via dell’esistenza di partiture minuziosamente prescrittive). Le similitudini servivano per spiegare concetti musicali complessi: così la struttura tripartita e simmetrica della forma-sonata è riscontrabile in natura – l’albero è costituito dal tronco centrale e dai rami laterali – o ancora nel corpo umano – il nostro volto ha un asse centrale, naso e bocca, e due elementi corrispondenti, occhi e orecchie. Il pubblico presente in sala veniva coinvolto fin dal saluto caloroso iniziale, e coi modi informali, con le battute scherzose, con le imitazioni di cantanti dell’epoca (molto divertente quella di Louis Armstrong) e col proporre alcuni esercizi attivi.
Anche Orchestra!, decenni dopo, offre un esempio efficacissimo di edutainment: le otto puntate del miniciclo, trasmesse nel 1991, entrano nel vivo della conformazione e della storia dei singoli strumenti musicali, delle forme compositive e delle possibili diverse interpretazioni di uno stesso brano. Il risultato è un mix di educazione e di divertimento, che coinvolge il direttore d’orchestra Georg Solti, l’attore comico, nonché pianista, Dudley Moore, e i giovani musicisti selezionati per formare l’Orchestra del Festival dello Schleswig-Holstein.
La miniserie persegue anche scopi più generali, ossia intende offrire l’immagine di un’orchestra come luogo di pace e fratellanza e presentare i musicisti in veste di giovani “normali”, che amano scherzare e divertirsi, e dunque sfatare il luogo comune del musicista classico serio e noioso.
Queste due trasmissioni, pur così distanti nel tempo, rappresentano un modo di fare divulgazione culturale di qualità e allo stesso tempo di ampia accessibilità, proprio grazie alla sapiente combinazione di perizia tecnica e conoscenza storica con elementi di narrativa ed emozionalismo nel raccontare e inscenare l’arte musicale.
L’intreccio di momenti di intrattenimento e di discorso serio, la vivacità data dal coinvolgimento del pubblico in sala (negli Young People’s Concerts) o dagli sketch fra un direttore d’orchestra, un attore comico e tanti giovani musicisti (in Orchestra!), la presenza di conduttori-animatori, in grado di coniugare serio artigianato tecnico con umorismo e modi scherzosi, fanno di questi due programmi due pietre miliari nella divulgazione culturale di alto livello e allo stesso tempo popolare.
Dagli anni Novanta la diffusione dei canali tematici ha privilegiato la creazione di trasmissioni di divulgazione artistico-musicale indirizzate a un target preciso: esperti della materia, semplici appassionati di musica, giovani studenti di Conservatorio, o studenti di Scuola. In Italia, ad esempio, la diffusione della cultura musicale (tramissioni di opere, concerti sinfonici, documentari, rubriche a puntate) ha trovato ampio spazio sul canale semi-generalista Rai5, gestito dalla struttura Rai Cultura. Veri e propri percorsi didattici, centrati su singole discipline, tra cui la Musica, e pensati per differenti ordini scolastici sono invece disponibili sul portale Rai Scuola. Per concludere con uno sguardo sul panorama odierno, una delle ultime rubriche che ha tentato di conciliare differenti registri, e di rivolgersi a pubblici diversificati, non necessariamente competenti, è L’opera italiana, condotta da Elio Belisari per Rai5. Se la presenza di una figura carismatica come Belisari risponde alla necessità di catturare l’attenzione di un audience generalista, l’ampio spazio lasciato a cantanti, musicologi, direttori d’orchestra, e lo sforzo di questi ultimi di impiegare un lessico meno tecnico, ma comunque appropriato, fa di questa trasmissione un tentativo di inserirsi nel solco dei due programmi precedenti.
Anna Scalfaro
Professoressa associata di Musicologia e Storia della Musica
Dipartimento delle Arti – Università di Bologna