Navigare nel web: nuove tecnologie per la ricerca in àmbito umanistico

Tra le nove colonne del Grande dizionario della lingua italiana curato da Salvatore Battaglia dedicate alla voce «navigare» (XI, 1981) non compare né un cenno, né un riferimento a un significato riconducibile all’àmbito informatico. Nel lessico di tutti noi, donne e uomini più o meno giovani del XXI secolo, “internauti” del terzo millennio, è diventato invece del tutto naturale attribuire al lemma un’accezione di tipo informatico. Navigare in rete, nel web, guidandone il moto secondo criteri consapevoli o lasciandosi trasportare inconsapevolmente alla ricerca di informazioni, documenti e curiosità, è diventata un’abitudine quotidiana alla quale risulta ormai difficile sottrarsi.

Fino a qualche anno fa, uno studente alle prime armi o uno studioso esperto che avesse voluto dare principio a una ricerca, per esempio sui drammi per musica di Apostolo Zeno, si sarebbe recato in una biblioteca, avrebbe consultato i repertori cartacei, in primis l’indispensabile catalogo dei Libretti italiani a stampa dalle origini al 1800 di Claudio Sartori, e poi avrebbe iniziato a inseguire il materiale spostandosi da una biblioteca all’altra, da un archivio all’altro, dotato di buona volontà, di buon fiuto, di una buona dose di fortuna e talvolta anche di un buon portafoglio.

La tecnologia informatica e digitale ha modificato radicalmente il modo di acquisire i documenti e le informazioni. Sono state realizzate, ormai a livello planetario, moltissime banche dati che permettono di avere informazioni su ciò che le biblioteche conservano. L’uso del database come sistema per raccogliere, organizzare e diffondere dati e informazioni si è ormai largamente consolidato. Moltissime biblioteche e archivi di tutto il mondo attraverso importanti campagne di digitalizzazione hanno messo a disposizione di studenti e studiosi, gratuitamente o a costi contenuti, il loro prezioso patrimonio librario. Softwares sempre più sofisticati consentono di manipolare i documenti e di renderli fruibili per la ricerca e le interrogazioni.

Un campo di applicazione interessante delle potenzialità e delle risorse della tecnologia informatica, in àmbito umanistico, è quello legato alla filologia. All’interno dei progetti di ricerca promossi dall’Università di Padova e diretti da Anna Laura Bellina, sono stati realizzati, ad esempio, alcuni siti destinati all’edizione critica digitale dei drammi per musica di Pietro Metastasio e Carlo Goldoni. Il programma, Synopsis, appositamente progettato da Luigi Tessarolo e fondato su un rigido protocollo per la preparazione, la codifica e l’archiviazione dei testi poetici, consente l’elaborazione di numerose procedure automatiche, talvolta anche complesse, finalizzate all’interrogazione dei testi. La logica a cui è sottoposta per sua natura la macchina risponde a convenzioni e criteri rigidi prestabiliti che possono generare incongruenze o errori, ma la condizione di lavoro in fieri propria dell’edizione digitale consente di integrare, correggere e perfezionare il lavoro.

Imparare a sapersi orientare, a sapersi muovere nella rete per sfruttare in modo intelligente le grandi risorse del mezzo elettronico potrebbe essere un’attività da promuovere nelle scuole di ogni ordine e grado per formare “internauti” consapevoli e pronti a navigare a gonfie vele.

Silvia Urbani

Dottoranda in Arti visive, performative, mediali

Alma Mater Studiorum – Università di Bologna

Navigare nel web: nuove tecnologie per la ricerca in àmbito umanistico

Navigare nel web: nuove tecnologie per la ricerca in àmbito umanistico

Tra le nove colonne del Grande dizionario della lingua italiana curato da Salvatore Battaglia dedicate alla voce «navigare» (XI, 1981) non compare né un cenno, né un riferimento a un significato riconducibile all’àmbito informatico. Nel lessico di tutti noi, donne e uomini più o meno giovani del XXI secolo, “internauti” del terzo millennio, è diventato invece del tutto naturale attribuire al lemma un’accezione di tipo informatico. Navigare in rete, nel web, guidandone il moto secondo criteri consapevoli o lasciandosi trasportare inconsapevolmente alla ricerca di informazioni, documenti e curiosità, è diventata un’abitudine quotidiana alla quale risulta ormai difficile sottrarsi.

Fino a qualche anno fa, uno studente alle prime armi o uno studioso esperto che avesse voluto dare principio a una ricerca, per esempio sui drammi per musica di Apostolo Zeno, si sarebbe recato in una biblioteca, avrebbe consultato i repertori cartacei, in primis l’indispensabile catalogo dei Libretti italiani a stampa dalle origini al 1800 di Claudio Sartori, e poi avrebbe iniziato a inseguire il materiale spostandosi da una biblioteca all’altra, da un archivio all’altro, dotato di buona volontà, di buon fiuto, di una buona dose di fortuna e talvolta anche di un buon portafoglio.

La tecnologia informatica e digitale ha modificato radicalmente il modo di acquisire i documenti e le informazioni. Sono state realizzate, ormai a livello planetario, moltissime banche dati che permettono di avere informazioni su ciò che le biblioteche conservano. L’uso del database come sistema per raccogliere, organizzare e diffondere dati e informazioni si è ormai largamente consolidato. Moltissime biblioteche e archivi di tutto il mondo attraverso importanti campagne di digitalizzazione hanno messo a disposizione di studenti e studiosi, gratuitamente o a costi contenuti, il loro prezioso patrimonio librario. Softwares sempre più sofisticati consentono di manipolare i documenti e di renderli fruibili per la ricerca e le interrogazioni.

Un campo di applicazione interessante delle potenzialità e delle risorse della tecnologia informatica, in àmbito umanistico, è quello legato alla filologia. All’interno dei progetti di ricerca promossi dall’Università di Padova e diretti da Anna Laura Bellina, sono stati realizzati, ad esempio, alcuni siti destinati all’edizione critica digitale dei drammi per musica di Pietro Metastasio e Carlo Goldoni. Il programma, Synopsis, appositamente progettato da Luigi Tessarolo e fondato su un rigido protocollo per la preparazione, la codifica e l’archiviazione dei testi poetici, consente l’elaborazione di numerose procedure automatiche, talvolta anche complesse, finalizzate all’interrogazione dei testi. La logica a cui è sottoposta per sua natura la macchina risponde a convenzioni e criteri rigidi prestabiliti che possono generare incongruenze o errori, ma la condizione di lavoro in fieri propria dell’edizione digitale consente di integrare, correggere e perfezionare il lavoro.

Imparare a sapersi orientare, a sapersi muovere nella rete per sfruttare in modo intelligente le grandi risorse del mezzo elettronico potrebbe essere un’attività da promuovere nelle scuole di ogni ordine e grado per formare “internauti” consapevoli e pronti a navigare a gonfie vele.

Silvia Urbani

Dottoranda in Arti visive, performative, mediali

Alma Mater Studiorum – Università di Bologna

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