“Il trovatore” nella scuola primaria, come e perché: un percorso didattico

Questo percorso, ispirato al saggio Il trovatore di Verdi e Cammarano da García Gutiérrez di Lorenzo Bianconi (che ringrazio di cuore per avermi guidata in ogni fase del lavoro), è stato realizzato nella primavera 2017 in tre classi delle Scuole Primarie di Pianoro (Bologna). Ringrazio gli insegnanti Massimiliano De Santis e Vittoria Nisi per la collaborazione.

Dopo l’esposizione dei temi dell’opera e la presentazione dell’antefatto, viene descritta la situazione di partenza attraverso la costellazione dei personaggi e illustrate le relazioni tra i personaggi e l’articolazione dell’opera in quattro parti e otto quadri.

L’incontro con la musica inizia con l’ascolto dei racconti di Ferrando e Leonora, attraverso il quale i bambini sono guidati prima a identificare i quadri, poi a riflettere sui due racconti e infine a collocare i personaggi nei rispettivi quadri di appartenenza. Si torna quindi alla costellazione e attraverso l’ascolto di alcune arie vengono presentate le tipologie vocali.

Si passa poi alla visione delle scene-chiave, partendo dal racconto di Azucena. Dopo aver visto l’intera scena, i bambini vengono condotti a individuare i mutamenti di stato d’animo in associazione al procedere della musica. I piccoli restano impressionati non già dalla crudezza del racconto, bensì dall’ingiustizia subìta dalla zingara a causa della superstizione e del pregiudizio; ciò li induce a riflettere su loro stessi e sul loro rapporto col prossimo.

Si esamina quindi il duetto fra Leonora e il Conte di Luna, sia per intero, per far cogliere le sezioni in cui si articola, sia sezione per sezione, per metterne in evidenza i seguenti aspetti: 

  • Tempo d’attacco: la repentina comparsa di Leonora e lo stupore del Conte;
  • Cantabile: i fattori poetici, scenici e musicali che alimentano l’effetto di violenza; 
  • Tempo di mezzo: il momento in cui Leonora, di nascosto da Luna, assume il veleno; 
  • Cabaletta: la differenza tra il passo esultante di questa sezione e quello violento del cantabile.

Si impiega il cantabile anche per l’analisi del testo poetico e per la lettura intuitiva della musica. Relativamente al testo poetico i bambini devono:

  • contare le sillabe del verso per individuarne la misura e riconoscerne il ritmo in base alla posizione degli accenti; 
  • osservare la forma delle strofe in base alle rime; 
  • identificare la posizione degli accenti secondari. 

Nella fase di lettura intuitiva devono: 

  • rilevare i punti in cui gli accenti metrici secondari non coincidono con quelli musicali e gli attacchi in levare, da identificare anche seguendo la partitura su LIM;
  • individuare il profilo degli accompagnamenti di Luna e Leonora, abbinandoli al personaggio corrispondente, e il raddoppio della tromba, associabile a Luna proprio sulla base dell’accompagnamento.

Dopo le riflessioni conclusive, si mostra in video l’intera opera e si fa cantare il duetto «Ai nostri monti». Il brano presenta una semplice melodia, prevalentemente sillabica e agevole da cantare, e la struttura a dialogo ne favorisce l’esecuzione a cori alterni. Il contesto scenico consente inoltre di lavorare sulle didascalie del libretto (Manrico inginocchiato, Azucena assopita), che i bambini devono riprodurre durante l’esecuzione.

Se nell’affrontare Il trovatore ci si interroga sull’opportunità di proporre a studenti della scuola primaria una vicenda così cruda, si ricordi che il melodramma, proprio grazie alla musica, implica un distanziamento dalle vicende rappresentate: anche l’argomento più violento cessa così di costituire un problema. Se poi è vero che l’opera è una scuola dei sentimenti, che fornisce un contesto “protetto” in cui riconoscere e comprendere conflitti e passioni, Il trovatore è un efficace strumento educativo che permette di toccare con mano – tramite il doppio processo di immedesimazione e distanziamento – il potere che superstizione e pregiudizio esercitano sull’uomo: se infatti è facile lavorare sul riprovevole sentimento della vendetta, appare ben più complicato agire su superstizioni e pregiudizi, spesso presenti nel contesto familiare e già introiettati dalle bambine e dai bambini.

Silvia Cancedda

Docente Scuola Primaria

Istituto Comprensivo di Pianoro – Bologna

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