Paillettes e lustrini in aula. Percorsi didattici sul musical cinematografico

L’esperienza didattica sul musical cinematografico ha coinvolto studenti del DAMS (sezione cinema) dell’Università di Torino e della Facoltà di Comunicazione, Media e Pubblicità della IULM di Milano. Gli studenti che hanno partecipato al laboratorio a Torino sono stati 20-30 fra secondo e terzo anno del corso triennale, e a Milano più di 300, in genere matricole. Mentre a Milano l’alfabetizzazione musicale era piuttosto scarsa, a Torino gli studenti possedevano già un background di competenze musicali di base.
Ho progettato un laboratorio didattico sulle forme audiovisive: esso, agile per natura, mi ha permesso di concentrarmi su un tema specifico, il musical cinematografico.
Per entrambe le istituzioni la priorità è stata di valorizzare la natura interdisciplinare peculiare dei due corsi di laurea; quindi ho elaborato ciascuna lezione sulla base di un dialogo costante fra le specificità della musicologia e della filmologia.
Il laboratorio ha avuto un indirizzo storico-critico, il metodo di insegnamento si è basato sull’analisi guidata di casi studio integrata con affondi teorici. Durante le lezioni gli studenti si sono cimentati nell’analisi di alcuni esempi attraverso un lavoro squisitamente individuale.
Obiettivi primari sono stati: approfondire le peculiarità del musical cinematografico; problematizzare il rapporto musica/immagine attraverso la musica per film; comprendere il ruolo svolto dal suono e dalla musica nei prodotti audiovisivi.
Sovente la musica nei prodotti audiovisivi svolge un ruolo primario, seppur celato alla consapevolezza dei fruitori, quotidianamente manipolati nell’audiovisione attraverso tecniche di cui non sono consapevoli (ad esempio, la costruzione di una emotività aumentata attraverso l’accorta gestione del rapporto fra musica e immagine). Studiare i nessi, le tecniche e le strategie in prodotti che gli studenti già conoscono come fruitori “ingenui” può spingerli a riflettere sulle tecniche della comunicazione proprie di tutti i prodotti audiovisivi. In questo modo sono spinti verso una fruizione non ingenua di questi prodotti. Ulteriore obiettivo, ma sostanziale, è l’acquisizione di una conoscenza storica di saperi sulla musica (forme musicali, drammaturgia e forme audiovisive).
La formazione musicale di alcuni studenti non è stata una limitazione e anzi ha stimolato la curiosità verso le tematiche del corso. L’Audiovisione diviene medium per la conoscenza della musica in sé: si comprende in maniera più semplice la forma-canzone se la si associa al montaggio visivo; le connessioni evidenziate consentono agli studenti di interpretare criticamente il prodotto audiovisivo. Tramite casi specifici (“Tango Roxanne”, Moulin Rouge!), per colmare le scarse competenze musicali specifiche, indugio sulla drammaturgia, sui legami con il teatro musicale europeo, sulla ricercata costruzione simbolica. In un film musicale (One Touch of Venus) li invito a indagare sulla differenza tra momento rappresentativo e momento di azione, sulla distinzione musicale tra forme chiuse e tonalmente stabili e background music e momenti modulanti.

Marida Rizzuti
Assegnista di ricerca
Dipartimento di Studi Umanistici
Università degli Studi di Torino

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