Un ambito nel quale la musica incontra espressamente il linguaggio è quello della canzone, intesa come melodia cantata, provvista cioè di un testo verbale accompagnato da una linea melodica. Tono, altezza, ritmo sono tratti che caratterizzano sia il linguaggio musicale sia il linguaggio verbale: utilizzare quindi le parole all’interno di una melodia e di un metro può favorire la loro memorizzazione. Se pensiamo alla nostra esperienza, tendiamo infatti a imparare i testi delle canzoni (anche straniere) molto più velocemente di un qualsiasi altro testo, in quanto “agganciati” a una melodia.
L’uso delle canzoni nella didattica delle lingue straniere – dalla Scuola primaria fino all’ultimo anno delle superiori – non è certo una novità. Possono essere usate sul piano della motivazione – in quanto generano entusiasmo e vengono percepite come un’attività piacevole – e sul piano dell’apprendimento linguistico: per migliorare la pronuncia ed aiutare a ricordarla, per imparare lessico nuovo, per riconoscere strutture grammaticali già note, e via dicendo. Di fronte a queste potenzialità, il docente deve però porsi il problema della selezione, ovvero quali canzoni proporre ai propri discenti.
Non è infatti sufficiente che la canzone abbia un testo verbale in lingua straniera e, d’altro canto, non tutti i generi musicali si prestano in sede didattica. Brani di heavy metal o rock, ad esempio, non si adattano al lavoro linguistico, in quanto la voce è spesso sovrastata dagli strumenti o alterata da dispositivi elettronici. Bisognerà sempre porre attenzione alla voce dell’esecutore: dovrà avere un certo grado di chiarezza e correttezza nell’emissione vocale, in modo tale che le parole risultino ben intellegibili, e che la melodia sia il più possibile perspicua e pertanto facilmente assimilabile. Tuttavia, l’utilizzo di canzoni può presentare un altro punto di criticità, dovuto alla loro stessa natura: in una melodia cantata l’accento delle parole può essere deviato per esigenze metriche o agogiche. La prosodia della parola cantata può quindi non coincidere con la prosodia della parola nella lingua parlata. Porgo un esempio sul quale mi sono trovata a riflettere.
Spesso nelle classi di lingua straniera vengono proposte canzoni tradizionali o di carattere popolareggiante che permettono di avvicinare gli studenti alla cultura straniera. Il mio esempio riguarda la famosa canzone russa “Калинка” (Kalinka). Tale termine è il diminutivo di калина (kalina), che si riferisce sia all’albero del viburno, sia ai suoi frutti (bacche). Riporto qui di seguito il ritornello: Калинка, калинка, калинка моя! В саду ягода малинка, малинка моя! (Kalinka, kalinka, kalinka moja! V sadu jagoda malinka, malinka moja!), la cui traduzione letterale può essere “Oh viburno, viburno, mio piccolo viburno, nel giardino c’è una bacca, oh lampone, mio piccolo lampone”. Lo spostamento d’accento compare nel sintagma “в саду” (v sadu), che significa “nel giardino”. La pronuncia corretta nella lingua parlata è в саду (v sadu), ma nella canzone l’accento viene spostato per esigenze metriche su un’altra vocale в саду (v sadu). Di conseguenza far ascoltare e cantare questa canzone rischia di fissare nella memoria degli studenti un accento errato, inducendoli a una scorretta pronuncia del sintagma quando lo utilizzeranno nella lingua parlata.
Contrariamente a quanto si potrebbe credere, proporre una canzone in una classe di lingua straniera non è un’operazione facile. Non essendo le canzoni pensate per fini didattici, l’insegnante deve attentamente valutare i brani prima di proporli, altrimenti l’ascolto può risultare inutile se non addirittura controproducente.
Sofia Cappelletti
Università di Bologna
Scuola di specializzazione in Beni musicali