Rocco De Cia (Bologna)
Agli albori della figura: “Studio per flauto” di Franco Donatoni (1971) 

Studio per flauto, composto da Franco Donatoni nel 1971, è un brano che ha goduto finora di scarsa attenzione. Si tratta di un breve lavoro: ventotto battute, circa due minuti di durata. Paragonato alle grandi pagine orchestrali di Puppenspiel n. 2, To Earle Two, Voci, Duo pour Bruno, e agli elaborati brani per ensemble Etwas ruhiger im Ausdruck, Souvenir e Lied, scritti nei medesimi anni, Studio per flauto si presenta come un’opera di minori ambizioni. Non è neppure incluso nei cataloghi delle opere di Donatoni, poiché non è stato pubblicato dalla Suvini Zerboni, sua casa editrice dal 1958 al 1977. È apparso nel 1974 all’interno di Pro Musica Nova, una antologia pensata come introduzione alla letteratura contemporanea per flauto solo. Eppure, a uno sguardo più attento, questo brano presenta in nuce i tratti di un cruciale momento di svolta nella parabola creativa di Donatoni.
Studio per flauto è antesignano della ventina di composizioni per strumento solo che – da Algo per chitarra del 1977 a Till per corno del 1997, passando per Argot per violino, Clair per clarinetto, Marches per arpa, Nidi per ottavino, Omar per vibrafono – contribuiranno alla fama di Donatoni, divulgando la sua scrittura esile, nervosa, ritmicamente scattante, di un virtuosismo tendente più all’astrazione di ricorrenti modelli ornamentali che all’esplorazione dell’idiomaticità dello strumento. Allo stesso tempo, in Studio per flauto è evidente una opzione tecnica che caratterizzerà lo stile compositivo di Donatoni nei tre decenni successivi.
Nel 1970, in Questo (Adelphi), Donatoni aveva esposto la nozione di codice: dato un materiale musicale di partenza, il compositore elabora una procedura che, agendo a livello locale, serve ad aumentare quantitativamente, a “far lievitare” il materiale stesso. Tale procedura, o codice, utilizza metodi di ascendenza seriale: trasposizione, inversione, retrogradazione, permutazione, “sincronizzazione di un fenomeno diacronico e diacronizzazione di un fenomeno sincronico”, riduzione all’unisono.
I singoli codici possono essere sovrapposti, agendo simultaneamente. È quanto avviene in Souvenir, dove 363 frammenti tratti da Gruppen di Stockhausen vengono connessi in un collage elaborato in successive stesure, nel corso delle quali il materiale di base perde totalmente i connotati di partenza. In Studio per flauto la sovrapposizione dei codici è sostituta dalla linearizzazione: ogni sezione del brano deriva dall’applicazione di un codice che determina altezze, durate, articolazioni strumentali. Le singole sezioni acquisiscono di conseguenza una fisionomia specifica, contraddistinta da profili nettamente stagliati: sono queste le caratteristiche della figura, concetto che Donatoni elaborerà nel decennio seguente, e che avrà ampia risonanza in ambito internazionale, costituendo allo stesso tempo un cardine teorico dell’importante attività didattica del compositore veronese.