Diciottesimo Colloquio di Musicologia
del «Saggiatore musicale»

Bologna, 21-23 novembre 2014

 

Abstracts

Christophe Georis (Liegi)
Aquilino Coppini, poeta dei “Concerti” di Francesco Ghizzolo: alcune considerazioni

Nei suoi ‘Concerti’ (Concerti all’uso moderno a quattro voci, Milano, 1611 e Il terzo libro delli concerti, Milano, 1615), il francescano minore Giovanno Ghizzolo adattò alcuni testi latini scritti da Aquilino Coppini per i suoi contrafacta monteverdiani, apparsi alcuni anni prima nella stessa città (Milano 1607, 1608 e 1609). Questo prestito, poco noto dalla critica, attesta il successo dell’impresa coppiniana in àmbito milanese, e per lo più, consente di disporre di versioni utili per l’edizione critica dei testi coppiniani parzialmente perduti. Da una parte, mi propongo in questa sede di analizzare alcuni di questi mottetti attraverso le diverse varianti fra la versione originale coppiniana e quella del francescano, e considerare l’evoluzione semantica e musicale dell’‘uso moderno’ annunciato nel titolo dei Concerti del 1611. D’altra parte, seguirò la figura ricorrente di Maria Maddalena (particolarmente venerata nella Milano di Federico Borromeo allora arcivescovo della città). In effetti, la pericope della visita alla tomba di Gesù dopo la risurrezione appare in due delle raccolte: O Maria quid ploras? (su testo di Coppini) e Mulier quid ploras? (su testo adespoto). Analizzerò i componimenti evidenziando i meccanismi della suspensio animi mistica. Se Aquilino Coppini era un poeta di non poca importanza per capire la ‘modernità’ monteverdiana (di cui fu uno dei difensori), il percorso dei suoi testi in àmbito musicale ci dà l’opportunità di scoprire un musico ‘on the boundary between conservative and progressive’ (per citare Jerome Roche), la cui opera costituisce un avvincente testimone della devozione barocca.