in collaborazione col
Dipartimento delle Arti Alma Mater Studiorum — Università di Bologna
Diciottesimo Incontro
dei Dottorati di Ricerca in Discipline musicali
sabato 7 giugno 2014, ore 1015—13 e 1445—1745
Laboratori delle Arti
Bologna, piazzetta P. P. Pasolini 5b (via Azzo Gardino 65)
Abstracts
La riforma ceciliana a Bologna: il ruolo dell’Accademia Filarmonica nelle fonti d’archivio
Affermatasi con un certo ritardo rispetto al mondo francese e tedesco, la riforma ceciliana in Italia si estende nell’arco cronologico di circa un secolo (dal 1870 circa fino al Concilio Vaticano II) e trova nella “Generale Associazione italiana di Santa Cecilia”, costituita ufficialmente a Milano nel 1880 per iniziativa di don Guerrino Amelli, lo strumento principale per il recupero, la valorizzazione e la reinterpretazione del canto gregoriano e della polifonia rinascimentale.
Sancita con la promulgazione del Motu proprio “Inter sollicitudines” da parte di Pio X (1903) la centralità del gregoriano e della polifonia palestriniana, il cammino della riforma fu alquanto travagliato: basti pensare alle difficoltà incontrate dall’Associazione amelliana, alle vicende dei congressi promossi dal Comitato per l’Opera dei Congressi, non sempre visti di buon occhio dai movimenti liberali, e ai provvedimenti ostativi della Santa Sede (il punto di massima criticità si ebbe con il congresso internazionale di Arezzo nel 1882 e con l’emanazione del Regolamento per la musica sacra da parte della Sacra Congregazione dei Riti nel 1884).
Sullo sfondo delle principali vicende della riforma della musica sacra in Italia, la relazione mira ad illustrare attraverso i documenti d’archivio (verbali di seduta degli accademici; carteggi) il ruolo svolto dall’Accademia Filarmonica di Bologna e dai singoli membri nell’affermare e divulgare i principii ceciliani nel territorio bolognese, tra il 1870 e il 1907.