in collaborazione col
Dipartimento delle Arti Alma Mater Studiorum — Università di Bologna
Diciottesimo Incontro
dei Dottorati di Ricerca in Discipline musicali
sabato 7 giugno 2014, ore 1015—13 e 1445—1745
Laboratori delle Arti
Bologna, piazzetta P. P. Pasolini 5b (via Azzo Gardino 65)
Abstracts
Il pubblico dell’oratorio a Firenze tra Sei e Settecento
La ricostruzione della fortuna del genere oratoriale a Firenze è penalizzata dall’esiguo numero di partiture superstiti rispetto ad altre città quali Roma e Modena. Ne sappiamo però quanto basta per riconoscere che questo genere poetico-musicale riscosse un diffuso successo nel Granducato, e in particolare nella capitale, grazie alla rete di compagnie religiose alla cui cura era affidata (fin dal Trecento) l’educazione dei fanciulli. L’interesse per l’oratorio è documentato in particolare durante il lungo regno di Cosimo III (1670-1723) e culmina, dal 1690 in poi, con il massiccio aumento di libretti a stampa. La funzione sociale del nuovo genere si accentua dopo la metà del Seicento, con la rapida ascesa a Firenze degli Oratoriani di san Filippo Neri. A cavallo tra XVII e XVIII secolo l’oratorio è apprezzato non solo come fenomeno d’intrattenimento e strumento educativo, ma anche come mezzo di controllo sociale e politico. Tali caratteristiche si riscontrano anche in seguito, col passaggio dalla dinastia medicea a quella lorenese, fino alla soppressione delle compagnie da parte del granduca Pietro Leopoldo nel 1785. Incrociando documenti d’archivio, dati bibliografici e annali di stampa si può tentare una descrizione tipologica del pubblico al quale si rivolgeva l’oratorio e delle modalità di selezione dei brani destinati all’esecuzione.