in collaborazione col 
Dipartimento delle Arti Alma Mater Studiorum — Università di Bologna  

Ventitreesimo Colloquio di Musicologia
del «Saggiatore musicale»

Abstracts

 


DANIELE PALMA
 (Firenze)

Quando Topolino andò in Abissinia: dischi per bambini e propaganda fascista (1923-1935)

Subito dopo la Marcia su Roma del 28 ottobre 1922 e la conseguente nomina di Benito Mussolini a Primo Ministro, l’indottrinamento della gioventù italiana fu tra i primi punti nell’agenda politica del Fascismo. Com’è noto, già a partire dal dicembre dello stesso anno il governo varò una sostanziale riforma della scuola, elaborata da Giovanni Gentile e Giuseppe Lombardo Radice. A essa seguì, nel 1926, la fondazione dell’Opera Nazionale Balilla, i cui obiettivi furono poi assorbiti dalla Gioventù Italiana del Littorio (1937). Il fondamentale contributo della nascente industria culturale italiana a questi processi di costruzione del consenso è stato oggetto di diverse ricerche, specie in ambito di media studies e di storia della pedagogia. Particolare attenzione hanno ricevuto la stampa periodica, illustrata o meno, (MEDA 2007, 2011; ANTONUTTI 2013) e le trasmissioni radiofoniche (MENCARELLI 1993; ZAMBOTTI 2007; GHIZZONI 2018). Il mondo della fonografia, invece, resta sostanzialmente inesplorato, a eccezione della recente riscoperta in sede critica di Gavino Gabriel e del suo “grammofono educativo” (ZUCCONI 2018; PASTICCI 2018).
Nel presente contributo sono fornite alcune coordinate della storia delle registrazioni per l’infanzia in Italia e in Europa. Vengono quindi analizzati due interessanti prodotti di propaganda fascista per bambini, sinora poco o punto conosciuti: un “audio-libro” pubblicato dalla Columbia italiana nel 1924, dall’emblematico titolo Bebè racconta la guerra, e una “storia sonora” di Topolino quale soldato volontario nella Guerra Italo-Etiopica, edita ancora da Columbia nel 1935. L’analisi si concentra in particolare sulle modalità di fruizione sollecitate da questi dischi, ricostruite sulla base dei loro diversi formati, dei rapporti col mondo del fumetto e delle informazioni fornite dai paratesti pubblicitari. I dati raccolti vengono quindi messi in prospettiva e discussi nell’ambito dei processi di “militarizzazione” degli immaginari infantili di gioco durante il Ventennio (GIBELLI 2005, MEDA 2014).