Carla Cuomo – Stefano Melis

Dichiarazione d’intenti

La Commissione sulla Didattica dell’esecuzione musicale si prefigge i seguenti scopi:

– avviare una riflessione sull’insegnamento dello strumento musicale nella scuola in prospettiva curriculare, finalizzato cioè alla formazione dell’uomo e del cittadino; nel concetto di ‘esecuzione’ si contemplano tutte le attività musicali solistiche, da camera e d’insieme, senza trascurare la formazione corale; dalla situazione italiana, la riflessione verrà via via estesa al panorama europeo e internazionale;
– approfondire lo studio e la ricerca scientifica, psico-pedagogica e didattica sui processi che governano l’esecuzione musicale, per fornire un contributo, oltre che alla riflessione sull’insegnamento-apprendimento dello strumento musicale a scuola, anche alla formazione professionale dei docenti dei Conservatori di musica, delle Accademie di perfezionamento e delle scuole musicali professionali.

La riflessione prende le mosse dallo studio della situazione scolastica italiana, ovvero dai contesti didattici in cui in Italia s’insegna lo strumento musicale: (1) i Laboratori musicali, istituiti dal MIUR nel 1999-2000 con il “Progetto Speciale Musica”; (2) le Scuole medie ad indirizzo musicale, ove questo specifico insegnamento è stato per la prima volta riconosciuto nel 1999 come ‘disciplina’ formativa integrata nel curricolo scolastico; (3) i nuovi Licei musicali e coreutici. In un secondo tempo si contemplerà anche l’insegnamento nei Conservatori di musica.

La Commissione intende discutere gli aspetti di carattere pedagogico e metodologico-didattico che motivano la curricularità dello strumento musicale nel progetto formativo globale della scuola. Per fare questo è necessario interrogarsi sulle funzioni formative dell’insegnamento dello strumento musicale come ‘disciplina’ scolastica, quale già è nelle Scuole medie ad indirizzo. Tale insegnamento va fondato epistemologicamente rispetto all’intero progetto formativo verticale, dalla Scuola primaria al Liceo coreutico e musicale. Punto di partenza della riflessione è il D.M. 201/99 che regola i corsi di strumento musicale nelle Scuole medie con apposito indirizzo, unico documento istituzionale nel nostro Paese che sancisca la disciplinarità dell’insegnamento di strumento. Bisognerà poi definire oggetti, linguaggi e metodi della disciplina ‘Strumento musicale’,1 senza dimenticare che le sue peculiarità non escludono, anzi devono integrare, le finalità formative della disciplina ‘Musica’ (ex ‘Educazione musicale’). Se lo si prospetta quale ‘disciplina’, l’insegnamento di Strumento musicale andrà pensato come ‘campo di sapere’ e àmbito di ‘regolamentazione cognitiva e sociale’.2 In quanto ‘campo di sapere’, esso va visto come luogo di trasmissione e costruzione di specifiche abilità e conoscenze, dunque di formazione di competenze. Ci riferiamo al concetto di ‘competenza’ così come messo a punto dalla più recente ricerca pedagogico-didattica. Quest’ultima non identifica la competenza con i compiti che i soggetti sono in grado di eseguire, cioè con la performance, né con una strategia in funzione di un compito, che implica il possesso di conoscenze e abilità. La competenza è piuttosto la «capacità di coordinare insieme conoscenze, abilità e, anche, disposizioni interne motivazionali e affettive».3 Lo Strumento musicale come disciplina orientata a formare specifiche competenze impone di riflettere su “che cosa” e “come” insegnare. Inoltre, pensato come luogo di ‘regolamentazione cognitiva e sociale’ l’insegnamento di Strumento musicale va visto proprio quale ‘strumento’, cioè mezzo, mediatore di formazione del pensiero, della mente e del carattere.

In conclusione, scopo della Commissione sarà mettere a punto una Didattica dell’esecuzione musicale finalizzata alla formazione intellettuale dell’uomo.

Stato dell’arte

Lo stato dell’arte che qui si delinea, non esaurisce la possibile panoramica degli studi musicali sull’esecuzione musicale tout court, poiché riguarda solo la riflessione sulla Didattica dell’esecuzione musicale per la Scuola, in Italia.

Nel nostro Paese una riflessione sistematica sulla Didattica dell’esecuzione musicale non esiste. Per ‘sistematica’ si intende una riflessione che colleghi la Didattica dell’esecuzione musicale con la Musicologia, da un lato, e con le Scienze dell’educazione, dall’altro.

In àmbito accademico la riflessione è stata carente, giacché di Didattica dell’esecuzione musicale si sono sempre occupati i Conservatori di musica. Questi, però, per le specifiche finalità professionalizzanti che li contraddistinguono, hanno messo a punto un modello didattico più concentrato su quell’artigianato artistico (nel senso più nobile del concetto) che è alla base della formazione del musicista professionista. Questo stesso modello in passato è stato assunto dalle scuole, in assenza di altri modelli: infatti, l’avvio della sperimentazione dell’insegnamento di Strumento musicale nelle Scuole medie ad indirizzo sin dal 1979 si basava sull’esempio delle Scuole medie annesse ai Conservatori.

La riflessione appare frammentaria e rapsodica anche quando provenga dalle Scuole di Didattica della musica dei Conservatori, pur nate con il precipuo scopo di formare il personale docente delle scuole. Un po’ più specifica si dimostra la letteratura proveniente dalle Scuole medie ad indirizzo musicale o dai Laboratori di musica: purtuttavia essa non ha carattere di scientificità, perché sovente fornisce il resoconto di buone pratiche.

La Commissione di studio che qui si presenta ha già tra i suoi membri buone risorse per sviluppare la riflessione sul piano scientifico e per esprimere un raccordo tra Scuola, Università e Conservatorio, poiché tutti i suoi componenti afferiscono a questi contesti. Per la ricerca, si partirà dall’approccio metodologico-didattico già messo a punto dagli studi di alcuni soci SagGEM e sperimentato in vari contesti scolastici, in Conservatorio e in corsi di ricerca-formazione per gli insegnanti organizzati dagli Uffici Scolastici Regionali per l’Emilia Romagna, per la Puglia e per la Sicilia. Questo approccio si basa sulla continuità della Didattica dell’esecuzione con la Didattica dell’ascolto, nel senso di una circuitazione ininterrotta tra ‘fare’ e ‘sapere’ che connette gli aspetti pratici a quelli teorici, gli aspetti tecnici a quelli storico-critici. Si rinvia ai riferimenti bibliografici presenti ai punti E e F della ‘Biblioteca elettronica’ del SagGEM (https://www.saggiatoremusicale.it/bibliografia-di-pronto-intervento-sulla-didattica-dellesecuzione-musicale/) oltre che alla specifica bibliografia sulla Didattica dell’esecuzione musicale, pubblicata tra i materiali di questa Commissione. In tutti i contesti formativi sopra menzionati tale approccio ha dato fecondi risultati e si è dimostrato il più produttivo per fondare una Didattica dell’esecuzione musicale a scuola orientata alla formazione intellettuale.

Obiettivi

a) A breve termine:
1. partire dai contributi che il SagGEM ha già a disposizione, e che consistono negli studi di alcuni soci, per giungere a una prima sintesi; questa potrà confluire nella stesura di alcuni documenti da inserire dapprima sul sito e da rendere successivamente disponibili ad uso degli insegnanti; (in fieri).
b) A medio termine:
1. perfezionare l’approccio metodologico già messo a punto tramite un’indagine clinico-sperimentale in un campione di scuole italiane di vario ordine e grado;
2. promuovere una giornata di studio sulla Didattica dell’esecuzione musicale.
c) A lungo termine:
1. portare a sintesi i risultati dell’indagine clinico-sperimentale;
2. promuovere una pubblicazione degli esiti della suddetta indagine, unitamente alla stesura di saggi ed articoli su precise tematiche individuate dalla Commissione e orientate sia all’aspetto teorico-critico sia a quello metodologico-applicativo;
3. pubblicare un volume con importanti contributi sulle prospettive più avanzate della ricerca internazionale.


1) Si utilizza la maiuscola nel sintagma ‘Strumento musicale’ laddove lo strumento musicale è inteso come ‘insegnamento’, nel senso per l’appunto di ‘disciplina’ scolastica.

2) Cfr. L. Cerrocchi, La conoscenza come processo cognitivo e sociale “disciplinato”, in «La Rivista di Pedagogia e Didattica», II, 1-2, pp.171-184.

3) B. Martini, Riflessioni critiche sul concetto di competenza, in «Pedagogia più Didattica», n. 0, 2007, pp. 101-106.