Ventunesimo Colloquio di Musicologia
del «Saggiatore musicale»
Bologna, 17-19 novembre 2017
Abstracts
Francesco Zanetti (1738-1788): riflessioni e indagini sulle sue musiche per la liturgia
L’intervento si propone di indagare ed implementare, soprattutto attraverso lo studio e l’edizione di specifiche e significative nuove testimonianze, le attuali conoscenze documentarie, storiche e musicologiche che riguardano l’inedita produzione liturgica di Francesco Zanetti (1738-1788), maestro di Cappella prima a Volterra (sua città natale) e poi nella cattedrale di san Lorenzo a Perugia, aggregato all’Accademia Filarmonica di Bologna dal 1760, e successivamente a quelle di Rimini e di Perugia (quest’ultima conosciuta come “Accademia degli Unisoni”).
Polistrumentista e compositore molto apprezzato anche dai suoi contemporanei, è un musicista indagato dalla musicologia da diversi anni, seppur in contesti spesso specialistici e riguardo al solo repertorio vocale, operistico e sacro. La sua produzione strumentale, invece, come pure quella prettamente liturgica, hanno sollevato interesse solo in tempi recenti, eppure si stanno rivelando ambiti di grande potenzialità, sebbene siano entrambi repertori in buona parte sconosciuti e/o ancora parzialmente da rintracciare, oltre che da ricontestualizzare per stile e forma, nella destinazione d’uso e per ambito di creazione. In particolare, il maggior numero di testimoni liturgici e manoscritti di Zanetti, spesso autografi, sono ad oggi conservati nel fondo del Duomo di Perugia, ma non mancano ulteriori esemplari sparsi in altri archivi e collezioni più o meno note, come quella dell’abate “Santini” nella Biblioteca di Münster.
Attraverso questo lavoro di censimento e di studio sistematico dei materiali – si propone il commento dell’edizione di suoi lavori per voci e orchestra, rintracciati e scelti tra i fondi musicali ecclesiastici di Perugia, Roma ed Anagni –, si valorizza ulteriormente il maestro Zanetti e si dà conto dell’esito di alcune delle più recenti indagini archivistiche ed ecdotico-critiche che cercano di ricostruire una complessiva cartina della diffusione e fortuna della sua produzione liturgica. Infatti, le partiture studiate rappresentano a mio avviso sia un saggio dell’elevata padronanza tecnico-compositiva da lui raggiunta, sia un’occasione per interrogarsi anzitutto “sull’arte del far liturgia in musica” di Zanetti, anche grazie al confronto con illustri suoi contemporanei, di formazione non sempre cattolica e tridentina (Mozart, ad esempio). Inoltre, se tutto questo permette di conoscere nuove pagine della copiosa – e ancora in gran parte da scoprire – produzione musicale “da chiesa” del Sette-Ottocento italiano e di ambito cattolico-romano, solleva altresì nuovi quesiti atti a favorire un dialogo costruttivo e possibile con il coevo e ricco contesto compositivo musicale religioso europeo, spesso confuso con il detto repertorio nostrano e, a volte, ad esso sovrapposto.