Ventiduesimo Colloquio di Musicologia
del «Saggiatore musicale»

Bologna, 23-25 novembre 2018

 

Abstracts

Nicola Usula (Vienna)
Benedetto Ferrari oltre le Alpi: dalla “Dafne in alloro” al sogno di un rientro in patria

Benedetto Ferrari, pioniere del melodramma “alla veneziana”, nel 1651 si trasferì a Vienna, ove prese servizio come musico alla corte di Ferdinando III. Il tiorbista, compositore, librettista e cantante reggiano scrisse almeno due lavori di natura drammatico-musicale per la corte del Sacro Romano Impero: Dafne in alloro, «introduzione d’un balletto» (Vienna 1652, musica anch’essa di Ferrari), e L’inganno d’Amore, «dramma rappresentato in musica» (Regensburg 1653, musica di Antonio Bertali). Già nel 1653 la permanenza alla corte asburgica cessò, e Ferrari riuscì (non senza una serie di difficoltà) a reintegrarsi nel mondo musicale italiano, e più nello specifico alla corte modenese di Francesco I d’Este.

Nel mio intervento ho fatto luce su alcune caratteristiche drammaturgiche dei due componimenti poetico-drammatici e sulle informazioni che, in merito al suo tentativo di tornare in Italia dopo i due anni di esperienza austriaca, si possono ricavare dalle fonti superstiti.