Diciottesimo Colloquio di Musicologia
del «Saggiatore musicale»

Bologna, 21-23 novembre 2014

 

Abstracts

Paola Ciarlantini (Cosenza)
Interazioni tra poesia estemporanea e librettistica nell’Ottocento italiano

Tale ricerca prende l’avvio dal rinvenimento da parte della sottoscritta della fonte letteraria della Fausta di Gaetano Donizetti (libr. D. Gilardoni, in collab. con l’autore, Napoli, T. S. Carlo, 12 gennaio 1832), individuata nella tragedia Il Crispo che il drammaturgo estemporaneo Tommaso Sgricci aveva improvvisato ad  Arezzo il 3 novembre 1827. La tragedia  fu poi pubblicata, con Tieste e Sansone, sulla base della trascrizione stenografica (Arezzo, Loddi e Bellotti, 1828).

Tale fonte non era stata finora individuata presumibilmente perchè rientrava nel teatro tragico estemporaneo, genere diffuso in Italia fino agli anni Trenta dell’Ottocento, veicolato all’interno di specifiche “Accademie”  date in circoli privati e teatri pubblici da noti e ammirati declamatori-improvvisatori, come Sgricci ed i suoi imitatori Luigi Carrer e Luigi Cicconi. A favore della poesia improvvisativa scrisse più volte Felice Romani, ammiratore di Bartolomeo Sestini, Sgricci e, soprattutto, dell’allora celeberrimo Giuseppe Regaldi. Sia il teatro tragico estemporaneo sia le forme liriche più brevi affrontavano spesso soggetti utilizzati in balli teatrali e opere, poiché gli argomenti su cui improvvisare li sceglieva il pubblico, intriso di cultura melodrammatica: ad es., nei Canti lirici editi ed inediti improvvisati di Regaldi (Voghera, Giani, 1834) troviamo Lady Macbeth, il Conte di Carmagnola, Mazeppa, etc. Alcuni improvvisatori praticarono anche il libretto d’opera (che questo, però, rientrasse nelle forme improvvisative, è attualmente materia d’indagine per la sottoscritta): si ricordano il senese Antonio Bindocci (Strenna melodrammatica, Milano, Redaelli, 1847; il suo libretto Maria Giovanna venne poi musicato da Giulio Litta. Torino, T. Carignano  28 ottobre 1851) e la modenese Teresa Ferrari Bosi (nota come Corinna Felsinea). Negli indici della rivista «Teatri, arti e letteratura» il termine “poeta” inteso come performer al pari di cantanti ed attori non compare più dalla fine del 1841. A testimonianza dell’interesse verso questo genere di spettacolo ancora all’epoca si ricorda però che il 15 novembre 1841 Bindocci si esibì al Teatro Comunale di Bologna con, a fargli da corona, tutta la compagnia di canto composta da artisti del calibro di Clara Novello, Dionilla Santolini e Napoleone Moriani! La prassi dell’accademia di poesia improvvisativa coadiuvata dalla musica sopravvisse in Italia per tutto l’Ottocento.

La sottoscritta ha indagato nella banca-dati del RILM riscontrando l’assenza di bibliografia sul rapporto tra poesia estemporanea sette-ottocentesca e librettistica sia in area italiana che estera.