Stefano Pucci (Faenza)
Analisi e comparazione di notazioni musicali alternative sorte nel XIX secolo in Italia 

Una serie di articoli usciti sul periodico “La scena” nella seconda metà dell’Ottocento a firma Stefano Tempia, nei quali vengono elencate e giudicate alcune scritture musicali alternative sorte in Italia dagli anni ’30 circa, ci porta all’attenzione i tentativi affrontati nel XIX secolo di innovare, modificare, affiancare, e perfino sostituire il nostro antico metodo di notazione.
Fenomeno chiaramente non solo italiano e non privo di precedenti (in effetti, ad esempio, già nel ’700 J. J. Rousseau aveva ideato un proprio sistema di grafia musicale il Projet concernant de nouveaux signes pour la musique che, proposto all’Accademia delle scienze francese nel 1749, non riscosse però nessun successo) si diffonde soprattutto nel nord Italia da parte di studiosi, didatti o compositori minori.
L’esigenza sentita da costoro rispondeva al bisogno di snellire, semplificare, ridurre i segni in partitura, eliminare deficienze e ambiguità e, non meno importante, creare un sistema semiografico che potesse essere riprodotto tipograficamente in modo semplice.
Queste notazioni hanno tentato quindi di innovare, a vari livelli, i diversi elementi della scrittura musicale: la riforma del pentagramma ad esempio procede o verso una moltiplicazione delle linee o verso la loro abolizione totale; la revisione dell’elemento nota invece, ne modifica la forma o il nome per variare altezza e durata; poi c’è chi, attraverso sistemi numerici, cerca di indicare valori, durate, intensità, scale, oppure chi, rifacendosi all’antica notazione greca, cerca di ristabilire una notazione alfabetica aggiornata. Gli esempi più complicati vedono nascere veri e propri sistemi stenografici.
Scetticismi e interessi opposti giocarono a sfavore di queste innovazioni e, anche se alcune furono acclamate dai loro contemporanei, nessuna di esse sopravvisse al proprio creatore.
Scopo di questa ricerca è riportare alla luce questi sistemi grafici atipici attraverso una analisi e un approfondimento che ne sottolinei valori e difetti. La comparazione tra scritture che hanno tentato di migliorare uno stesso aspetto del linguaggio musicale ci pone l’obiettivo di scoprire i rapporti che legano i vari teorici e i principii che vi stanno alla base.