Christoph Thomas Walliser, un esempio di pedagogia musicale.

I cenni biografici e artistici del musicista alsaziano Christoph Thomas Walliser (1568-1648) sono abbastanza noti e delineati. Nel suo percorso formativo, un ruolo importante lo ha avuto il viaggio: si spostò, per motivi di studio, in buona parte della Germania, in Ungheria, in Svizzera e in Italia. Qui, in particolare, si fermò a Bologna, dove fu studente del botanico Ulisse Aldrovandi. A trent’anni, nel 1598, Walliser tornò nella città natale per stabilirvisi definitivamente, diventando docente di musica e latino.

Alla didattica Walliser dedicherà tutta la sua vita. Egli ricoprirà ruoli in diversi cori e istituzioni scolastiche della città, e la sua attività risulta fortemente influenzata dal pedagogo Jean Sturm (1507-1589) e dai musicisti Melchior Vulpius e Tobias Kindler. È proprio sotto l’impulso di Sturm, già professore di retorica al Collegium Praedicatorum e rettore della Schola argentinensis, che il sistema di istruzione della città alsaziana viene rivoluzionato a partire dal 1538, grazie a un interesse molto forte dedicato alle lettere e alla musica. Inoltre, Sturm intraprenderà la riorganizzazione degli insegnamenti in nove classi, esponendo buona parte dei suoi metodi didattici nell’opera De literarum ludis recte aperendis (Straßburg, 1538) e nelle sue Classicae Epistolae sive scholae argentinensis restitutae (Straßburg, 1565).

Nel 1598, dopo la sua peregrinatio, Walliser fa ritorno in patria. Qui inizia l’insegnamento come «praeceptor octavis classis» e come «musicus ordinarius» nel locale Gymnasium, e propugna un’impostazione didattica che privilegiava l’equilibrio fra teoria e pratica, la giusta misura e la moderatio anche e soprattutto attraverso la pratica musicale. Nell’articolazione interna, come ha ben ricostruito Édith Weber[1], si delinea questa situazione favorevole alla musica. In terza e quarta classe gli studenti imparavano la dottrina delle scale e dei toni e cantavano i canoni; in quinta e sesta classe essi si cimentavano in brevi pezzi in canto figurato; in settima e ottava classe si esercitavano nella lettura della musica e si preparavano a pezzi polifonici più impegnativi; infine, nella nona classe facevano pratica nell’intonazione degli intervalli e apprendevano corali e canzoni. A partire dal 1605, i migliori cantanti, studenti e insegnanti di tutte le scuole della città si riunivano il sabato pomeriggio per il “publicum exercitium musicum”, di cui Walliser aveva la direzione. L’interesse di Christoph Thomas per la pratica educativa si riscontra anche nelle numerose pagine di libri amicorum, compilati dal musicista fra il 1621 e il 1645: assieme alle tipiche formule encomiastiche che di solito concludevano le sottoscrizioni di maestri o amici, appaiono delle costanti che rimandano a un impegno di tipo didattico. Spesso, le dediche di Christoph Thomas prevedevano la risoluzione di brevi canoni più o meno complessi, che facevano parte dei “programmi didattici” della scuola in cui egli aveva preso servizio e che avevano una funzione paideutico-didascalica. Altra caratteristica comune nelle sottoscrizioni di Walliser in questo tipo di fonti riguarda la sua qualifica. Egli si firma quasi sempre con la dicitura «VIIIae in Schola Patria Classis Praeceptor & Musicus ordinarius» e mostra una punta di orgoglio nel marcare la propria posizione di docente. L’attenzione prestata ai processi di apprendimento emerge dai diversi gradi di difficoltà dei canoni proposti, che corrispondevano alla differente perizia dei loro destinatari: lo “stato di flow” sollecitato portava gli studenti meno capaci a non stressarsi, e allo stesso tempo i «solutori più che abili» a non annoiarsi. A corredo di questi brevi enigmi Walliser apponeva spesso citazioni bibliche e sapienziali che ne descrivessero più o meno implicitamente lo scioglimento, confermando un’interdisciplinarità ante-litteram consona all’impostazione umanistica.

Queste fonti, oltre a darci preziose informazioni biografiche su vari personaggi, evidenziano l’impegno di Christoph Thomas nella formazione dei giovani, e gettano luce sulla ricaduta pedagogico-didattica del suo insegnamento.

Giorgio Peloso Zantaforni
Dottorando in Storia, critica e conservazione dei beni culturali
Università degli Studi di Padova


[1] Édith Weber, Christophe-Thomas Walliser (1568-1648) – musician strasbourgeois à redécouvrir, «Schütz Jahrbuch», 7, 1986, pp. 105-123.

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